Don Lorenzo Milani: la Fondazione ha impugnato l’ordinanza per il possesso dell’archivio del Priore di Barbiana

La Fondazione don Lorenzo Milani ha proposto ieri reclamo al Tribunale di Monza contro l’ordinanza con la quale la giudice Ciccone il 24 gennaio scorso aveva respinto il ricorso della Fondazione stessa, mirato a riottenere da Sandra Gesualdi e da Carla Carotti il possesso degli scritti e documenti costituenti l’archivio di Don Lorenzo Milani. A darne l’annuncio, il legale della Fondazione Pietro Ichino che parla esplicitamente della “necessità di questa iniziativa giudiziale, ritenuto fondato il timore di un pregiudizio concreto, grave, imminente ed irreparabile per la Fondazione, derivante dalla pubblicazione dei documenti di sua proprietà da parte di terzi privi di qualsiasi titolo per farlo, con la richiesta al tribunale di impedire il suddetto pregiudizio con i provvedimenti ritenuti più idonei, ordinando alle sig.re Sandra Gesualdi e Carla Carotti l’immediata reintegra della Fondazione nel possesso del materiale archivistico”. “Michele Gesualdi uno tra i primi allievi di don Lorenzo Milani e quello che gli è stato più vicino” – ricostruisce il legale della Fondazione – “fin dalla morte del Priore (1967) ha promosso insieme agli altri allievi l’opera di raccolta delle sue lettere e di altri documenti relativi alla sua vita e al suo insegnamento; dal 2004 è stato presidente della Fondazione, a capo della quale ha proseguito, con gli altri, l’opera di raccolta e conservazione di quell’archivio, fino alla morte (avvenuta nel 2018). Lo stesso Michele Gesualdi, come è documentalmente provato, in almeno quattro occasioni ha riconosciuto esplicitamente e pubblicamente che la raccolta e la conservazione di quei documenti era stata operata dalla Fondazione. Fin dal 2005 poi Michele Gesualdi, sempre come presidente della Fondazione, fece svolgere da Franca Righini, socia della stessa Fondazione sin dal suo nascere, un lavoro di catalogazione del materiale archivistico, chiedendo altresì alla medesima Righini di interessarsi per rintracciare un adeguato spazio fisico dove conservarlo. In un primo tempo si pensò alla Biblioteca Marucelliana di Firenze, ma l’idea non andò in porto e pertanto, non disponendo la Fondazione di spazi dove tenere l’archivio, si accettò di buon grado l’offerta di Michele Gesualdi di conservarlo a casa propria come atto di cortesia verso la medesima Fondazione da lui presieduta”.
“Contro l’atto atto di spossessamento abusivo delle eredi di Michele Gesualdi, la Fondazione è stata costretta ad agire in via cautelare presso il tribunale di Monza” – spiega l’avvocato Ichino: “L’ordinanza del tribunale si fonda su errori in punto di fatto e incongruenze che risultano evidenti dalla lettura delle circostanze illustrate come siamo convinti di dimostrare al Collegio con questo nostro reclamo. La Fondazione, infatti, ha prodotto copiosa documentazione da cui si evince che gli scritti pubblicati – sebbene fossero conservati presso l’abitazione di Michele Gesualdi per mere questioni logistiche e di cortesia erano pacificamente nella disponibilità della Fondazione medesima, come riconosciuto pubblicamente da Michele Gesualdi stesso in diverse occasioni e, dopo la sua morte, anche dalla stessa sig.ra Sandra Gesualdi. Inoltre, la tesi che a un certo punto Michele Gesualdi abbia agito considerandosi legittimo titolare delle Lettere di don Lorenzo Milani non è sostenibile perché la trasformazione dalla detenzione al possesso non può avvenire mediante un semplice atto di volizione interna, ma deve estrinsecarsi in un uno o più atti esterni, dai quali sia consentito desumere la modificata relazione di fatto con la cosa detenuta, in opposizione al possessore”.

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