Arte: Treviso, dal 1° marzo al Museo nazionale Collezione Salce la mostra “Futurismo di carta. Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”

Dal 1° marzo al 30 giugno il Museo nazionale Collezione Salce (Complesso di San Gaetano – via Carlo Alberto, 31 – Treviso) propone la mostra “Futurismo di carta”, parte seconda, con il sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”.

Foto studio Esseci

La rassegna, curata da Elisabetta Pasqualin, direttore del Museo, con la collaborazione di Sabina Collodel, è dedicata agli anni che precedono il secondo conflitto mondiale, quando, tra il 1930 e il 1940, il futurismo raggiunge l’apice del suo sviluppo, con l’aeropittura che, trasposta in grafica, esalta il volo e le imprese aviatorie, la vista dall’alto per riplasmarsi nell’avvicinamento al surrealismo. I manifesti, e altrettanto la pittura, riflettono il clima del momento. In un’Italia che sta trasformandosi da paese agricolo a industriale, con l’industria aereonautica e quella automobilista al centro della scena.
“Uno slancio, un salto di livello e di valori che si evidenzia in pittura quanto nella grafica pubblicitaria – anticipa Pasqualin -. Permangono i colori accesi e contrastanti che già erano in uso nella prima fase della grafica futurista, ma il lettering diventa meno predominante, partecipa ancora al movimento e alle linee presenti nel manifesto, ma torna anche ad essere corredo esplicativo delle immagini. Aumenta, naturalmente, il numero di manifesti incentrati sul tema del volo e delle manifestazioni aereonautiche”.

Foto studio Esseci

La mostra, accanto a creazioni di Di Lazzari, Martinati, Garretto, propone il “Manifesto per l’esposizione aeronautica italiana”, opera del 1934 dell’unica artista donna presente in mostra, Carla Albini. “Si riconferma – prosegue Pasqualin – il binomio automobile-areo espressione di dinamismo e velocità. Nelle macchine, scie di colore, circuiti automobilistici, linee a zig zag e a spirale. Il cielo, la terra ma anche l’acqua: motoscafi che sfrecciano lasciando profonde scie e lanciano alti spruzzi, eliche in primo piano”. Anche il volto umano diventa spesso soggetto di affiche, “scomposto in chiave quasi cubista, geometrizzato o reso quasi un sogno, come nel manifesto per Illy Caffè di Xanti. A proporre una visione onirica e irrazionale, libera da suggestioni logiche. E la grafica – conclude il direttore – si dimostra già pronta a voltare pagina”.

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