Regalare un pranzo di Natale e un sorriso a chi vive nella solitudine e nella fragilità. Questo è l’appello di Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze che – con il progetto “La Spesa che vale” – invita tutti a contribuire a un gesto di vicinanza concreto e significativo. Il progetto consente, tramite una piattaforma online, di donare singoli alimenti o interi menu natalizi in pacchetti destinati a 4, 10 o 30 persone, del valore rispettivamente di 20, 50 e 130 euro. Ogni contributo sosterrà la mensa di Via Baracca, dove ogni giorno decine di ospiti trovano un pasto caldo, un momento di conforto e attenzione. Grazie alle donazioni sarà possibile garantire i pasti anche il 25 dicembre e durante tutte le festività. “Durante le festività vogliamo andare oltre la semplice distribuzione di cibo – spiega Vincenzo Lucchetti, presidente Fondazione Solidarietà Caritas -. Vogliamo regalare ai nostri ospiti la vicinanza e il calore umano che spesso mancano nella loro quotidianità”. La cena di presentazione e di ringraziamento per le aziende che hanno sostenuto ad oggi il progetto – che si è svolta lunedì 25 novembre presso il ristorante Le Torri… cucina è condivisione di Villa Vogel – ha rappresentato un momento di grande partecipazione. Alla serata, infatti, hanno preso parte oltre 65 persone, tra cui figure istituzionali come l’arcivescovo di Firenze mons. Gherardo Gambelli, il direttore e il vicedirettore della Caritas diocesana Marzio Mori e don Fabio Marella, vicedirettore Caritas diocesana, l’assessore al Welfare del Comune di Firenze Nicola Paulesu, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Sesto Fiorentino Camilla Sanquerin, l’assessore con deleghe al Sociale del Comune di Campi Bisenzio Lorenzo Ballerini, insieme a partner aziendali. Un evento simbolico, ma anche operativo, che ha ribadito l’importanza della rete tra istituzioni, imprese e cittadini per fare fronte comune contro le nuove povertà. “La mensa non è solo un luogo dove distribuire cibo, ma un centro di accoglienza e ascolto”, ha detto mons. Gambelli. “Un gesto di attenzione verso chi vive ai margini, un seme di solidarietà che può germogliare in tutta la comunità”.