Funerali mons. Duilio Corgnali: mons. Mazzocato (Udine), “amico che va… eppure ci resta compagno”. “Una fede robusta l’anima del suo ministero sacerdotale”

“Mons. Duilio Corgnali ci ha lasciato un testamento che ha steso lungo gli anni con successive aggiunte. Leggendolo mi è rimasto impresso l’invito che ci rivolge per il suo funerale: ‘Il funerale sia anche festa per un amico che va… eppure ci resta compagno’. In questa santa messa di esequie vogliamo corrispondere al suo desiderio”. Ha esordito così mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, nell’omelia delle esequie del sacerdote, celebrate questo pomeriggio nel duomo di Tarcento e trasmesse in diretta su Radio Spazio. Mons. Corgnali è deceduto all’età di 77 anni, domenica 21 gennaio, in ospedale a Udine dove era ricoverato dal 15 dicembre in seguito alla scoperta di una grave forma tumorale.
“Certamente tutti sentiamo che don Duilio è ‘un amico che va’; un amico che, in modo inatteso e rapido, abbandona la nostra compagnia su questa terra lasciando un vuoto profondo nei cuori come tante persone hanno testimoniato in questi giorni”, ma che al tempo stesso “ci resta compagno”, ha proseguito Mazzocato. Illuminati dalla “luce della fede e della speranza cristiana”, possiamo “riconoscere che in questa santa messa di esequie, che stiamo celebrando per lui, don Duilio ci è compagno in comunione viva e vera con noi. La nostra preghiera – ha spiegato il presule – non è la commemorazione, pur nobile e affettuosa, di un amico che non c’è più. Noi cristiani abbiamo la grazia di una luce soprannaturale che ci permette di credere e di sperare che ora, tra Maria, i santi e i nostri cari defunti, nella comunione con Gesù risorto abbia trovato il suo posto anche don Duilio. E perché riceva questa grazia eterna supplichiamo la misericordia di Dio. È questa la preghiera di suffragio che offriamo per lui qui, nel suo duomo, come abbiamo fatto intensamente nei giorni scorsi. È un preziosissimo dono e un segno di amore e di riconoscenza di cui egli ci è e ci sarà sempre riconoscente”. “La preghiera per un nostro caro defunto – ha spiegato ancora l’arcivescovo – è come una testimonianza che vogliamo dare a Dio Padre in suo favore. Vogliamo quasi garantire che, da come l’abbiamo conosciuto, don Duilio merita di essere accolto nell’abbraccio della divina misericordia perché è stato un sacerdote che, pur con i limiti e i difetti di ogni uomo, ha voluto spendere la propria vita e il proprio ministero per la Chiesa, per la sua terra e per le persone a lui affidate”. In lui traspare “una fede robusta che è stata l’anima del suo ministero sacerdotale. Animato da questa fede don Duilio rivela di aver vissuto il suo sacerdozio come una vocazione autenticamene missionaria; dedicata, cioè, all’annuncio del Vangelo e al servizio della verità a qualunque costo. La sua ordinazione sacerdotale è stata per lui una consacrazione totale e appassionata alla Chiesa e alla sua Chiesa con le sue gioie e i suoi dolori. Una simile passione – ha concluso Mazzocato – l’ha vissuta per il suo Friuli, incarnandosi nella sua cultura e nelle sue prove, come quella severa del terremoto”.

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