Diocesi: Teramo-Atri, oggi chiusura dell’Anno Berardiano con il card. Parolin. Mons. Leuzzi, “gratitudine per il cammino vissuto insieme”

Sarà il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a presiedere oggi, martedì 19 dicembre, la celebrazione conclusiva dell’Anno Berardiano con il quale nella diocesi di Teramo-Atri si è fatta memoria del IX centenario della morte del santo patrono Berardo (1122-2022). La liturgia, con inizio alle 18.30 nella cattedrale di Teramo, terminerà con la benedizione alle città con le reliquie del patrono.
In una lettera inviata alla comunità diocesana prima della celebrazione eucaristica, il vescovo Lorenzo Leuzzi ha voluto “rivolgere a tutti voi un particolare saluto nel Signore unito ai sentimenti di gratitudine per il cammino che abbiamo vissuto insieme. San Berardo, cittadino della nostra Provincia di Teramo, ci ha insegnato che possiamo costruire insieme una comunità non solo pacificata, ma consapevole delle proprie possibilità”. “Nei diversi eventi che hanno ritmato il cammino abbiamo potuto constatare insieme che la nostra comunità possiede esperienze di vita e di progettualità imprenditoriali significative per ripartire nonostante i drammatici eventi che si sono succeduti in questo anno in Europa e nel mondo intero”, ha proseguito il vescovo. I giovani – ha aggiunto – “attendono di incontrare maestri che siano testimoni, come insegnava san Paolo VI, di una esistenza vissuta, pur tra tante sfide e difficoltà, con fedeltà ai propri doveri e con onestà intellettuale”. Secondo mons. Lezzi, “la nascente Cittadella della Carità”, “insieme alle tante forme di carità samaritana che sono silenziosamente operanti nella nostra comunità”, è “il segno di una grande disponibilità a non lasciare da solo nessuno, perché il prendersi cura è sempre possibile e apre la strada a soluzioni inaspettate”. “Dal Gran Sasso al mare Adriatico, abbiamo avviato un percorso di fede e di speranza, testimoniando insieme che è possibile costruire la pace, incoraggiare i giovani, sviluppare la scienza”, conclude il vescovo.

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