Colombia: il gesuita Giraldo al Sir, “sulla carta è un Paese esemplare nella lotta contro il genocidio, non così nella realtà”

Nel delicato momento che attraversa il processo di pace in Colombia, vasta eco ha avuto la recente visita nel Paese di mons. Bruno Duffé, segretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Un viaggio legato all’attività del Tribunale permanente dei popoli (Tpp), che nei mesi scorsi ha tenuto una sessione dedicata alla Colombia. Un ruolo chiave, sia nella sessione del Tpp sia nella visita di mons. Duffé, è stato rivestito dal gesuita Javier Giraldo fondatore e ora responsabile della banca dati dell’Istituto gesuita Cinep.
Racconta al Sir padre Giraldo: “L’origine di questa terza sessione colombiana del Tpp risale allo scorso anno quando iniziarono a uscire le prime analisi sul processo di pace tra la guerriglia delle Farc e il Governo colombiano. La maggior parte dei movimenti sociali di base iniziarono a vedere che stava andando tutto in frantumi, che non si stavano compiendo i punti dell’accordo, che la violenza, invece di diminuire, era addirittura aumentata e che il processo di pace era un inganno. La novità, di questo movimento, costituito per la maggior parte da gruppi di organizzazioni sociali di base, da movimenti sociali, è stata quella di iniziare a interrogarsi: è da 40 anni che stiamo parlando di processi di pace e tutti sono andati in frantumi. Si firmano questi accordi e l’effetto più visibile è l’assassinio delle persone che firmano tale Accordo. Cosa sta, quindi, succedendo in Colombia?”.
Questo movimento, prosegue padre Giraldo, si è reso conto che “i massacri, perpetrati un secolo fa, avevano come base gli stessi procedimenti, gli stessi metodi e gli stessi pretesti di oggi. Iniziò, quindi, a pensare che ci fosse un qualcosa che non corrisponde semplicemente alla sola circostanza dell’atto crudele. C’è, piuttosto, un qualcosa di incuneato nello stesso modello di Stato. Iniziò, quindi, ad analizzare la ‘categoria’ del genocidio. Abbiamo ottenuto l’aiuto di Daniel Feierstein, grande esperto argentino sul tema. Molti gruppi di avvocati qui in Colombia e attivisti sociali iniziarono a leggere i suoi libri e giunsero alla conclusione che in Colombia esiste un genocidio permanente, espansivo e strutturale che si identifica con il modello di Stato”. Da qui, una petizione al Tpp, che ha portato alla sessione. Giraldo spiega che è stato chiesto al Governo di intervenire in propria difesa, ma ciò non è avvenuto. Il Tpp ha provveduto, allora, a una difesa d’ufficio, che ha messo in luce i molti provvedimenti del Governo contro il genocidio: “La Colombia è uno dei pochissimi Paesi che, nel codice penale, ha, tra le tipologie, il genocidio politico. La Colombia appare quindi, paradossalmente, come un Paese esemplare nella lotta contro il genocidio. Quando però si mettono in fila i fatti, si vede che si tratta solo di pezzi di carta non rispettati. Un atteggiamento che definisco schizofrenico”.

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