Economia: Istat, “in Lombardia e Lazio oltre la metà del valore aggiunto da multinazionali estere”

“Si confermano le notevoli differenze strutturali e di performance delle imprese di gruppi multinazionali rispetto alle imprese indipendenti oppure appartenenti ai gruppi domestici.
Le unità locali di gruppi multinazionali esteri (1,0% del totale nazionale) generano il 19,3% del fatturato e il 16,3% del valore aggiunto nazionale. In Lombardia e nel Lazio viene realizzato, nel complesso, il 53,0% del fatturato e il 49,5% del valore aggiunto prodotti da multinazionali estere in Italia”. Lo evidenzia oggi l’Istat, nel report sui “Risultati economici delle unità locali di imprese e multinazionali”, relativo all’anno 2019.
“L’apporto delle multinazionali estere alle economie regionali è molto forte in Lombardia (27,8% del fatturato e 22,7% del valore aggiunto, soltanto con lo 0.9% delle unità locali), in Liguria (26,0% e 22,3% (1,9% delle unità locali) e nel Lazio (23,0% e 20,9%, con l’1% delle unità locali). Contenuti sono invece i valori nel Mezzogiorno. Le quote di fatturato e valore aggiunto prodotto sul totale dell’economia regionale sono più basse in Molise (5,1% e 8,2%), Basilicata (7,2% e 7,6%) e Calabria (8,9% e 5,5%)”, segnala l’Istituto nazionale di statistica.
Considerando i macrosettori, “le unità di multinazionali estere localizzate in Liguria e Piemonte apportano un elevato contributo al settore industriale regionale. In termini di valore aggiunto il contributo è rispettivamente del 22,0 e 20,4%. Seguono Lazio (19,9%), Lombardia (16,7%), Abruzzo (18,4%), Toscana (15,7%) ed Emilia Romagna (15,5%)”.
Nei servizi, “le unità locali di multinazionali estere della Lombardia e del Lazio generano il 57,7% del valore aggiunto prodotto da tutte le multinazionali estere in Italia del settore. In Lombardia producono il 26,7% del valore aggiunto regionale, nel Lazio il 21,2%”.
Per quanto riguarda la nazionalità degli investitori “gli Stati Uniti sono il Paese con il più elevato numero di addetti a controllo estero in Italia, seguono Francia e Germania. Tale graduatoria è comune a numerose regioni ma presenta eccezioni significative, connotate spesso dalla contiguità geografica. Le multinazionali francesi sono più presenti in Piemonte (25,2% degli addetti), quelle tedesche nelle province autonome di Bolzano (37,7%) e Trento (20,1%) e in Friuli Venezia Giulia (14,8%)”.
L’Istata precisa: “Le unità locali di gruppi multinazionali italiani (1,1% del totale nazionale) generano il 22,6% del fatturato e il 19,8% del valore aggiunto dell’intera economia. Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto contribuiscono nel complesso al 61,1% del valore aggiunto e al 64,9% del fatturato prodotti dalle unità locali di gruppi multinazionali italiani”. Inoltre, “il contributo dei gruppi multinazionali italiani alle economie regionali è rilevante. Emerge il risultato della Basilicata, dove le unità locali di gruppi multinazionali italiani realizzano il 37,7% del fatturato e il 21,8% del valore aggiunto regionale. Seguono il Lazio (con quote pari rispettivamente a 32,8% e 23,4%), l’Emilia Romagna (27,7% e 26,0%) e il Friuli Venezia Giulia (27,7% e 25,4%). Nel Mezzogiorno, ad eccezione della Basilicata, l’apporto dei gruppi multinazionali alle economie regionali è molto limitato e prevale il ruolo delle imprese indipendenti”.

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