San Josemaría Escrivá: mons. Ocaríz (prelato Opus Dei), “ricorriamo alla sua intercessione per tutti coloro che soffrono le conseguenze del coronavirus”

“Nella festa liturgica di san Josemaría, qui accanto ai suoi resti mortali, nella chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace, ricorriamo alla sua intercessione per tutti coloro che stanno soffrendo le conseguenze del coronavirus, e soprattutto per i defunti e le loro famiglie”. Lo ha detto mons. Fernando Ocaríz, prelato dell’Opus Dei, nell’omelia della Messa che ha celebrato ieri, a Roma, nella festa del fondatore della prelatura. “Adesso il nostro pensiero si rivolge soprattutto a quei paesi in cui la pandemia è ancora presente – ha aggiunto, citando poi Papa Francesco -. La comunione dei santi ci porta a far nostro ciò che riguarda gli altri, perché ‘se un membro soffre, tutti soffrono con lui. Tutti siamo in questa barca; tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda’”. Poi, nelle parole di mons. Ocaríz l’attenzione per le tre realtà che san Josemaría Escrivá portava sempre nel suo cuore: l’Eucaristia, “l’omnia in bonum” (tutto concorre al bene) e il senso di missione. “Durante questi mesi di isolamento stiamo imparando ad apprezzare di più la partecipazione al sacrificio eucaristico – ha continuato -. Molte famiglie, coinvolte in questa difficile situazione, ogni giorno per prima cosa hanno cominciato a seguire in televisione la santa Messa. Da quel momento traevano le forze necessarie per affrontare la giornata e, contemporaneamente, accrescevano il loro desiderio di ricevere il Signore sacramentalmente”. Ricordando che “la fede ci dà la certezza che tutto concorre al bene”, il prelato ha evidenziato che “in questo periodo siamo stati testimoni di innumerevoli dimostrazioni di generosità, di creatività, di iniziative e di lavoro impegnativo di tante persone, che hanno anche messo a rischio la propria vita: personale sanitario, forze di sicurezza, sacerdoti, volontari”. “Abbiamo anche saputo di storie di padri e madri che si sono prodigati al massimo per portare avanti la famiglia durante l’isolamento. Questi esempi di donazione ci hanno indotto a essere più uniti, a essere più consapevoli che abbiamo bisogno degli altri e che gli altri hanno bisogno di noi”.
Infine, l’invito, in questo tempo di pandemia, a “restare sempre molto uniti tra di noi e con tutti coloro che soffrono”. Sosteniamoci gli uni gli altri per mezzo dell’orazione, dell’affetto, del servizio disinteressato”.

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