Diocesi: mons. Marrucci (Civitavecchia), “santa Fermina ci insegni la fraternità cittadina, in cui ognuno è responsabile della fedeltà al Vangelo dell’altro”

“Il tono minore con cui festeggiamo la nostra patrona mantiene intatta l’intensità della fede e l’affidamento a lei dei marittimi e di tutti i civitavecchiesi”: sono parole del vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, mons. Luigi Marrucci, che questa mattina nella cattedrale di San Francesco ha presieduto la messa per la festa della patrona di Civitavecchia, santa Fermina. Alla celebrazione, in diretta streaming per i fedeli, erano presenti il sindaco e il comandante della Capitaneria di Porto. Vissuta nel terzo secolo, Firmina è una giovane romana martirizzata sotto Diocleziano. La sua testimonianza è riuscita a convertire, dopo la sua morte, anche il suo carnefice. Nell’omelia, mons. Marrucci ha ricordato che “Fermina è stata dono di fedeltà e perseveranza nel Vangelo. Non siamo cristiani perché siamo nati in Italia, ma per vocazione: dobbiamo vivere senza maschere, attingendo alla fonte che è Cristo”.
Riferendosi all’attualità, ha auspicato che “la quarantena abbia portato nelle famiglie gioia dello stare insieme, amore, stima reciproca. Questi sentimenti si traducano in una rinnovata fraternità cittadina, in cui ognuno sia responsabile della gioia e della fedeltà al Vangelo dell’altro”. Il presule ha concluso la celebrazione sull’ingresso della cattedrale, benedicendo la città con una reliquia della patrona e auspicando che “il culto, con tutte le attenzioni e gradualità, possa essere riaperto presto, perché abbiamo bisogno dell’eucaristia, che nutre il nostro cammino di speranza”. Nel pomeriggio, mons. Marrucci renderà omaggio alla statua di santa Fermina all’ingresso del porto di Civitavecchia.

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