Coronavirus Covid-19: Roma, nato al Gemelli Noah, un bimbo di 3,3 chili e sta bene. Sua madre è positiva e prosegue le cure in isolamento

Sta bene Noha, un bel bimbo di 3 chili e 300 grammi nato giovedì mattina al Gemelli da una mamma Covid positiva, figlio di una coppia romana. A rassicurare sulle sue condizioni è Giovanni Vento, direttore Uoc di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale presso la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e docente di Pediatria generale e speciale all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il bambino, appena nato, è stato trasportato nelle stanze a pressione negativa allestite presso la pediatria del Gemelli e posto in incubatrice. Il primo tampone naso-faringeo di Noah, effettuato subito dopo la nascita, è risultato negativo. Ne verrà ripetuto un altro, come da protocollo, a cinque giorni dalla nascita, cioè lunedì. Anche la mamma di Noah è in buone condizioni, nonostante presenti una polmonite da Covid. Il bimbo è nato con taglio cesareo elettivo, eseguito per indicazione materna (la donna aveva già avuto in precedenza un taglio cesareo). Il taglio cesareo non è indicato elettivamente in caso di mamma con infezione da Covid. Il piccolo Noah è stato separato dalla mamma subito dopo la nascita. “In questi casi – spiega Vento – non è consigliato il bonding (il contatto ‘pelle a pelle’) e nemmeno il ritardato clampaggio del cordone ombelicale, che sono due pratiche normalmente eseguite in tutti i parti, spontanei e cesarei. È preferibile evitarli, per minimizzare il rischio di trasmissione dell’infezione. Noah sta bene e beve dal biberon il latte raccolto dalla mamma, visto che non c’è evidenzia di trasmissione del virus attraverso il latte materno. Il piccolo per ora è ancora separato dalla mamma, ma ci auguriamo di poterli ricongiungere appena possibile e allora il bambino potrà essere allattato direttamente al senso materno”.
“La gravidanza – spiega Antonio Lanzone, direttore unità operativa complessa di Ostetricia e Patologia ostetrica della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore – non viene complicata in maniera peculiare dal coronavirus. Le donne che contraggono l’infezione da Covid-19 in gravidanza infatti sembrano comportarsi in maniera simile a quelle colpite da altre virosi, anche perché nella maggior parte dei casi le donne gravide con infezione da Covid-19 presentano sintomi lievi. Da subito il Policlinico Gemelli, per la sua policy di centro di riferimento regionale per le gravidanze Covid (insieme al Policlinico Umberto I di Roma), ha applicato alle donne in gravidanza un criterio di eleggibilità al tampone faringeo molto più ampio rispetto ad altre categorie di pazienti. Il tampone viene cioè fatto a tutte le gravide con sintomi respiratori anche sfumati, senza bisogno che vi siano febbre elevata e tosse importante”.
Per mettere in sicurezza tutte le donne in gravidanza, il Gemelli ha organizzato due percorsi separati. Se la paziente è Covid positiva, viene immediatamente avviata in un zona di isolamento, dotata al momento di 12 letti, presso il reparto di Patologia ostetrica, del tutto separata dagli altri posti letto e dotata anche di attrezzature autonome (cardiotocografo, ecografi, lettore di equilibrio acido-base, ecc), per non contaminare le altre porzioni dei reparti di ostetricia. Se la paziente con infezione da Covid-19 è in travaglio, va avviata in una stanza appositamente predisposta in sala parto, con un percorso, anche in questo caso diverso e separato, rispetto a quello alle altre donne in gravidanza. Viene predisposta anche una sala operatoria ad hoc per eventuale esecuzione di tagli cesarei.

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