Politica e società: associazioni cattoliche, “il nostro impegno per una convivenza globale pacificata”

(Foto Azione cattolica)

“Accomunati da un vivo desiderio di pace e rafforzati dalla crescente esperienza di amicizia e reciproca stima, le associazioni e i movimenti, in una stagione di guerra che, oltre a produrre dolore e sofferenza, genera anche contrapposizioni e lacerazioni, intendono dare segni di un impegno concreto a favore della pace”. Questo è il messaggio che associazioni e movimenti ecclesiali – Associazione guide e scouts cattolici italiani; Associazioni cristiane lavoratori italiani; Azione cattolica italiana; Comunità di Sant’Egidio; Comunità Papa Giovanni XXIII; Fraternità di Comunione e Liberazione; Movimento dei Focolari Italia; Movimento cristiano lavoratori; Ordine francescano secolare; Rinnovamento nello Spirito – hanno voluto condividere durante l’incontro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, svoltosi lo scorso 8 ottobre alla Farnesina, come si legge in una nota diffusa oggi.
“Nel colloquio con il ministro è stata espressa la speranza per gli spiragli aperti per la pace a Gaza e l’auspicio perché al più presto anche in altre aree di conflitto, come l’Ucraina e il Sudan, si possano individuare vie negoziali da percorrere per il superamento del conflitto armato, e prevalga così l’attenzione alla vita e alla dignità di ogni persona. È stata condivisa la convinzione che l’Italia, in questo tempo difficile e drammatico, possa e debba rafforzare l’impegno nel dialogo e nella promozione della pace, come è sua tradizione, principalmente attraverso l’azione diplomatica e l’impegno umanitario”, si legge nella nota, nella quale si precisa che “le associazioni e i movimenti continueranno nella loro disponibilità concreta alla collaborazione volta a favorire pratiche di solidarietà umanitaria e accoglienza nei confronti delle vittime delle guerre, nonché alla promozione dei diritti delle persone e di una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione”. Nel ribadire la necessità che “tutte le componenti sociali e politiche del Paese si attivino quotidianamente per costruire una cultura della pace, fatta di dialogo e amicizia sociale”, “i presidenti e responsabili delle associazioni e dei movimenti presenti hanno voluto evidenziare la necessità di cooperare ancora di più, istituzioni e società civile, perché riprendano e si rafforzino accanto alle vie diplomatiche, le azioni umanitarie che possano accompagnare tutte le persone, a partire da quelle più vulnerabili, a sperare in una nuova convivenza globale pacificata”.

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