“Circa 167 milioni di ragazze che vivono nei Paesi con le maggiori disuguaglianze di genere pagheranno il prezzo più alto dei tagli agli aiuti umanitari internazionali”. Lo rivela un’analisi di Save the Children – pubblicata in occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze -, secondo la quale 17 dei 20 Paesi più duramente colpiti dalla stretta sugli aiuti nel 2025 sono anche classificati come “scarsi” (4) o “molto scarsi” (13) in termini di uguaglianza di genere secondo l’Indice globale di genere degli Sdg.
Si tratta di ragazze che vedono ridotte le opportunità di vedere tutelati i propri diritti fondamentali, come l’accesso all’istruzione, e sono costrette a fronteggiare rischi crescenti di violenza ed esclusione. Tra le più penalizzate quelle che vivono in Giamaica, Eswatini e Namibia, con la combinazione più critica tra riduzione degli aiuti programmabili pro capite e disuguaglianza di genere.
I tagli agli aiuti umanitari internazionali arrivano in un anno già drammatico per le ragazze che vivono in contesti di crisi: oltre 3,5 milioni sono state colpite da disastri naturali e dalle loro conseguenze, e 122 milioni vivono in aree fragili o colpite da conflitti, tra incertezza, paura e tragedie.
Nonostante queste emergenze, gli aiuti globali sono diminuiti del 14%, con una perdita di circa 22 miliardi di dollari destinati a programmi essenziali e interventi umanitari.
Per molte ragazze, questo si traduce in sogni infranti. Nessun Paese al mondo è attualmente sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030, obiettivo previsto dagli Sdg per costruire società più eque e pacifiche.
“Le ragazze che crescono in Paesi colpiti da massicci tagli agli aiuti affrontavano già ostacoli sproporzionati nel realizzare i propri diritti. Ma a causa dell’interruzione di alcuni interventi e servizi essenziali, i rischi di violenza, disuguaglianza e conflitto aumentano, mentre il supporto diminuisce”, dichiara Inger Ashing, direttrice generale di Save the Children.
“La speranza è nelle ragazze. Si stanno organizzando nelle loro comunità, lottano per la giustizia climatica, chiedono la fine di ogni tipo di violenza e immaginano un futuro diverso. Chiedono di essere viste non solo per le sfide che affrontano, ma per le soluzioni che propongono. Nessun Paese al mondo è sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030. Al ritmo attuale, una ragazza nata oggi dovrà aspettare il suo 97° compleanno – oltre la sua aspettativa di vita – per celebrare finalmente una società equa”, aggiunge.
“I governi, le aziende e i leader globali devono investire sempre di più nelle ragazze. L’uguaglianza di genere è una base fondamentale per la pace, lo sviluppo economico e sociale. Le ragazze hanno un ruolo cruciale nel futuro dell’uguaglianza e della cooperazione globale, e noi abbiamo la responsabilità di sostenerle”, conclude.