“Una donna piena di grazia, di bellezza e di determinazione che, durante la sua vita, ha dedicato tempo ed energie a tante associazioni caritatevoli in tutto il Paese”. Con queste parole il vescovo ausiliario di Westminster James Curry ha ricordato, ieri, la duchessa di Kent, prima cugina della Regina Elisabetta II, durante la messa di requiem per il suo funerale celebrata nella Westminster cathedral, chiesa madre del cattolicesimo inglese. A concelebrare è stato anche il cardinale Vincent Nichols, primate di Inghilterra e Galles. È la prima volta di un funerale per un membro della famiglia reale nella cattedrale cattolica londinese. Katharine Worsley, morta a 92 anni, sposò il duca di Kent, principe Edoardo, nel 1961 e venne ricevuta nella Chiesa cattolica nel gennaio 1994 dall’allora primate cardinale Basil Hume. La notizia occupò le prime pagine dei giornali britannici perché il sovrano guida la chiesa di stato inglese, fondata da Enrico VIII nel sedicesimo secolo in opposizione a Roma, e la famiglia reale si trova al centro di questa istituzione. Tuttavia, la Regina Elisabetta, molto vicina al cardinale Hume, accettò la scelta della duchessa di Kent di diventare cattolica e la sostenne. Durante l’omelia il vescovo Curry ha anche ricordato la profonda compassione e l’umiltà di Katharine Worsley che aveva abbracciato la tennista Jana Novotná quando quest’ultima aveva perso la finale di Wimbledon nel 1993 e faceva volontariato al centro di accoglienza cattolico per i senzatetto “The passage” e in una scuola dove insegnava musica, una delle sue passioni.