Mons. Geovanni Paz, vescovo della diocesi di Latacunga, dal vicariato apostolico di Aguarico, nella provincia amazzonica di Orellana, ha denunciato in un video la grave crisi ambientale e sanitaria che stanno affrontando le comunità colpite dallo sfruttamento petrolifero.
“Quattro anni fa la Corte ha stabilito che i ‘mecheros’ (strumenti utilizzati per bruciare i gas residuali derivanti dall’estrazione di petrolio, ndr) dovevano essere spenti. La causa: il grave inquinamento ambientale, più di 700 persone affette da cancro”, ha affermato il vescovo, ricordando che la Corte costituzionale dell’Ecuador ha ordinato lo spegnimento dei bruciatori a gas in funzione nella regione, dopo una storica sentenza motivata dall’elevato inquinamento ambientale e dall’impatto diretto sulla salute della popolazione. Tuttavia, secondo quanto denunciato dal vescovo, la misura non è stata ancora attuata.
I bruciatori, utilizzati nell’industria petrolifera per la combustione del gas, generano emissioni tossiche che inquinano l’aria, l’acqua e il suolo, con ripercussioni dirette sulle comunità amazzoniche. Secondo le organizzazioni ambientaliste e per i diritti umani, questi impianti sono collegati a gravi problemi di salute, tra cui un allarmante aumento dei casi di cancro.
Nonostante la sentenza del tribunale, mons. Paz ha denunciato che la situazione non è cambiata: “Non sono ancora stati spenti. Sono passati quattro anni. Cosa stiamo aspettando?”, ha chiesto, sottolineando che “il cancro significa morte” e che la vita di centinaia di persone è ancora a rischio.