Il Cnca (Coordinamento nazionale comunità accoglienti) esprime “grande soddisfazione per la bocciatura, da parte della Consulta, del cosiddetto ‘decreto Caivano’ in un punto chiave: quello dell’accesso alla messa alla prova, uno strumento cruciale per la giustizia minorile”.
“L’aumentare le pene e il ricorso al carcere per situazioni che non costituiscono affatto un serio pericolo per la collettività”, dichiara Liviana Marelli, coordinatrice dell’Area nuove generazioni e famiglie del Cnca, sono respinti “anche dalla Corte Costituzionale, che arriva persino a sottolineare quanto possa essere controproducente un tale approccio repressivo: chi è detenuto per uno spaccio di lieve entità che serve solo a procurarsi i soldi per acquistare le sostanze che si consumano, finisce per entrare in contatto con organizzazioni criminali che possono così assoldarlo nelle proprie file”.
“La misura della ‘messa alla prova’ e la giustizia riparativa – conclude Marelli – non sono una pacca sulla spalla, bensì proprio l’avvio di un percorso di responsabilizzazione che privilegia il paradigma educativo contro la smania repressiva e punitiva: prendi coscienza del danno che hai commesso nei confronti della vittima e della collettività e delle ragioni che ti hanno portato all’atto illecito e costruisci un progetto di vita che rispetta gli altri e la legalità. Per far questo non servono i penitenziari, ma risorse e risposte di carattere educativo, che ti accompagnano in questo percorso che prevede obiettivi precisi e impegni definiti, fino alla valutazione finale del giudice. Non si fanno sconti. Ci auguriamo che l’impianto del decreto Caivano – responsabile di un’inutile e dannosa impennata di ingressi nelle carceri minorili senza assicurare maggiore sicurezza alla collettività – venga smantellato completamente al più presto”.