“Amata Chiesa di Rapallo, lo devi sempre ricordare: non temere mai di andare controcorrente, di metterci la faccia, di giocarti reputazione e quiete per amore di Gesù Cristo e dei fratelli e delle sorelle. Non temere neanche quelle persecuzioni sottili e non cruente ma non per questo meno crude e dolorose”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Chiavari, mons. Giampio Devasini, nel corso della celebrazione eucaristica che ha presieduto nella basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo nel giorno della solennità di Nostra Signora di Montallegro.
“Seguire il Vangelo è bellissimo ma, lo sappiamo, è anche faticoso, perché spinge a confrontarsi ogni giorno con le mura granitiche del proprio egoismo, e anche con le barricate difensive di quelle ‘strutture di peccato’ che vanno contro l’uomo, e soprattutto contro gli ultimi e i marginali”, ha osservato il presule: “Parlo di quei poteri, di quegli atteggiamenti, di quelle azioni non solo personali ma comunitari, strutturali che talvolta – ha spiegato –, pur celandosi dietro una apparente religiosità, temono la forza liberatrice del Vangelo e per questo la ostacolano, la combattono, la denigrano”. “Il Maestro – ha proseguito – ce lo ripete sempre: ‘Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me’ (Gv 15,18). E ricordate sempre che quest’odio è sconfitto nella misura in cui è a senso unico, perché noi, come discepoli di Colui che ha dato il suo sangue per salvare questo mondo, possiamo porre fine alla spirale dell’odio vincendolo con il nostro amore intriso di speranza”. Mons. Devasini ha invitato i presenti ad avere “coraggio”. “Impegniamoci insieme – ha esortato – e diamo vita al sogno di una città in cui i poveri non vengano trattati come meri numeri, in cui venga riconosciuta loro la dignità del volto, del nome, della storia sacra di cui ciascuno è portatore. Lavoriamo insieme e assiduamente per rispondere all’emergenza sociale della nostra terra, senza dividerci in fazioni, senza frammentarci, imparando a fare della diversità ricchezza, delle differenze armonia”. “Impegniamoci insieme – ha aggiunto – e diamo vita al sogno di una città in cui i problemi dei nostri bambini, ragazzi, giovani siano oggetto continuo di riflessione e di azione, creando quel ‘patto educativo’ che ha bisogno ancora di fare molti passi per diventare prassi”. “Impegniamoci insieme e diamo vita al sogno di una città in cui le fragilità di ogni genere vengano accolte, accompagnate vicendevolmente, fino a diventare non un limite ma una ricchezza per tutti”, ha continuato il vescovo: “Impegniamoci insieme e diamo vita al sogno di una città in cui le differenze di opinioni non siano monologhi urlati vicendevolmente ma divengano sempre più un dialogo arricchente e trasformante. Lavoriamo insieme affinché, soprattutto dinanzi alle urgenze del tempo presente, si superino i pregiudizi vicendevoli, gli steccati ideologici, le mille frammentazioni presenti non solo nel tessuto politico ma anche in quello sociale e talvolta perfino in quello ecclesiale”.