“La diplomazia della Santa Sede ha senso solo se resta al servizio della persona e della pace”. È la linea indicata al Sir dal card. Gianfranco Ghirlanda, canonista e già rettore della Gregoriana, in occasione del Giubileo della Santa Sede. “La funzione internazionale – spiega – si è sviluppata fin dal IV secolo e affonda le radici nella missione spirituale della Chiesa: promuovere la pace, difendere i diritti umani, tutelare la dignità della persona”. Il cardinale ripercorre l’evoluzione storica: dagli apocrisari del V secolo alle nunziature moderne, passando per gli Stati pontifici e i legati missi. “Oggi – aggiunge – è una diplomazia umanitaria, non finalizzata al potere ma alla promozione dell’uomo. Per questo la Santa Sede può denunciare anche ciò che è scomodo”. Il cardinale mette in guardia da derive mondane: “È qui che entra in gioco il discernimento. I mezzi devono restare strumenti. Se diventano il fine, si perde coerenza evangelica”. E conclude: “Il rischio più grande è smarrire la missione e difendere il potere anziché la persona umana. Sarebbe un fallimento”.