Giubileo della Santa Sede: suor Riva, cita Giorgio De Chirico e Sant’Agostino, “non si corre come si deve se s’ignora dove si deve correre”

“Viviamo in un mondo in corsa, dove il progresso può essere una grande risorsa ma anche un grande pericolo. Un mondo dove le opportunità derivanti dai mezzi di comunicazione sociale stanno plasmando nuove forme di vita socio-culturali”. È l’analisi di suor Maria Gloria Riva, che nella sua meditazione in Aula Paolo VI, davanti al Papa, per il Giubileo della Santa Sede, ha citato un’opera di Giorgio De Chirico, dal titolo “Il ritorno del Figlio prodigo”, per spiegare che “i mezzi vanno visti come tali e richiedono, pertanto, che il fruitore non rinunci alle sue radici, che non si getti in una corsa verso un non-si-sa-dove, ma sappia ben orientarsi, poiché, come scrisse il grande vescovo di Ippona: ‘non si corre come si deve se s’ignora dove si deve correre’”. “Noi non ignoriamo dove dobbiamo correre: la corsa di Giovanni e Pietro verso il sepolcro vuoto di Cristo è l’unica corsa che la Chiesa e il mondo possono percorrere senza timore”, ha spiegato la religiosa: “è la corsa di chi sa che la speranza risiede nella vera vita, quella eterna”. “L’eternità ci sta di fronte, sta di fronte a chi crede e a chi non crede, sta di fronte all’umanità”, la tesi di suor Riva: “Se lavoriamo per orizzonti brevi e mediocri, lavoriamo invano. Occorre lavorare per l’orizzonte grande della vita che non muore: vivere chiedendosi in ogni istante se quello che si sta facendo ci collega saldamente a quella verità che è carità ed è eternità: questo è sperare”.

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