Striscia di Gaza: Jerusalem Voice for Justice, un “Sos per Gaza. Comunità internazionale intervenga”

(Foto AFP/SIR)

“Gettate di nuovo le reti per la pace”: è l’appello lanciato dall’organizzazione ecumenica “Jerusalem Voice for Justice” a “ogni essere umano, a ogni persona con una coscienza, a tutti gli amanti della pace, alla comunità internazionale”. “Come cristiani in Terra Santa – si legge in un comunicato – lanciamo l’allarme per la recente escalation senza precedenti della guerra israeliana a Gaza. Dopo oltre un anno e mezzo di morte e distruzione, il momento in cui ci troviamo ora è terrificante. Stiamo inviando un Sos: abbiamo bisogno del vostro aiuto”. I firmatari, tra i quali figurano il gesuita israeliano David Neuhaus, il patriarca latino emerito Michel Sabbah, il vescovo greco ortodosso Attallah Hanna e il vescovo emerito luterano Munib Younan, ricordano che “l’assedio di Gaza è stato ripreso il 2 marzo 2025, provocando il più lungo blocco all’ingresso di cibo e altri aiuti essenziali nella storia della Striscia di Gaza. Una nuova offensiva militare israeliana è stata lanciata il 18 marzo 2025. Nelle ultime settimane, la situazione è progressivamente peggiorata: oltre ai quasi 55.000 morti e agli oltre 120.000 feriti, si stanno verificando carestia e carestia (le Nazioni Unite hanno recentemente identificato 10.000 nuovi casi di malnutrizione)”. Escalation che, afferma l’organizzazione ecumenica, “non è dovuta solo all’assedio e agli attacchi in corso. Le autorità israeliane hanno svelato una nuova strategia, fingendo di mirare alla distribuzione, tramite un’agenzia supportata dagli Stati Uniti, la Gaza Humanitarian Foundation, degli aiuti tanto necessari. Tuttavia, ciò è subordinato a ulteriori spostamenti della popolazione”. Un chiaro riferimento all’“obiettivo finale di espellere i palestinesi ripetutamente e apertamente formulato dai politici israeliani, compresi i membri del governo, fin da quando il presidente Trump lo suggerì per la prima volta il 5 febbraio 2025”. Se da un lato, afferma “Jerusalem Voice for Justice”, “le Nazioni Unite e molte Ong internazionali hanno riconosciuto che questa ‘distribuzione di aiuti’ rappresenta un’escalation della guerra”, dall’altro lato “le autorità politiche e militari israeliane contestano costantemente i resoconti che descrivono la gravità della situazione a Gaza. Contestano il numero di morti, moribondi, feriti e persone che muoiono di fame”. Tuttavia, viene rimarcato nel comunicato, “queste stesse autorità si rifiutano di consentire ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza per documentare la situazione. Nel frattempo, circa 180 giornalisti e operatori dei media locali di Gaza sono stati uccisi durante le operazioni militari israeliane dal 7 ottobre 2023”. Da qui l’appello: “La comunità internazionale deve intervenire. Sebbene le nostre voci non sembrino essere ascoltate dai leader mondiali, incoraggiamo tutti coloro che hanno orecchie per udire e occhi per vedere ad agire. Vi invochiamo: per favore, riprovate, gettate di nuovo le reti. Vi imploriamo di non arrendervi. Lasciamoci riempire dall’energia della risurrezione e dello Spirito Santo a Pentecoste e rinnoviamo il nostro impegno a lottare per la vita e la libertà dei nostri fratelli e sorelle a Gaza e in ogni altro luogo della Palestina/Israele”.

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