Pentecoste: mons. Brugnotto (Vicenza), “lo Spirito aiuta a vincere le paure, crea legami profondi, costituisce la comunità dei credenti”

(Foto diocesi di Vicenza)

“Oggi lo Spirito Santo scenderà in mezzo a noi. E si poserà sulle vostre persone in modo particolare, cari don Paolo e don Alex, ed effonderà la potenza liberatrice del ministero messianico di Gesù. Negli Atti degli Apostoli, l’imposizione delle mani, un gesto che tra poco ripeteremo su di voi è trasmissione dello Spirito creatore”. Lo ha detto, ieri, mons. Giuliano Brugnotto, vescovo di Vicenza, nella messa di Pentecoste, con l’ordinazione presbiterale dei diaconi don Alex Cailotto e don Paolo Allegro, in cattedrale.
Innanzitutto, ha evidenziato il presule, “lo Spirito Santo vi libera dalla paura”: “Lo Spirito Santo giunge come vento che crea movimento e libera dall’immobilismo della paura”. E, ancora, “lo Spirito aiuta a vincere le paure, quelle che ciascuno ha innanzi tutto con se stesso, tocca il cuore e dona forza. Anche davanti ad una scelta definitiva di consegnare tutta la vostra vita a Dio nel ministero presbiterale può esserci qualche timore, che porta a ripiegarsi su di sé, rinunciatari alle promesse del centuplo dischiuse dalla chiamata di Dio”.
Rivolgendosi a don Paolo e don Alex, il vescovo li ha esortati: “Accogliete il dono dello Spirito per porre la vostra fiducia, sempre, non tanto sulle vostre forze, ma nel Signore che rompe le catene del nostro egoismo e ci rende disponibili ai fratelli”.
Lo Spirito, poi, “spinge con forza verso i fratelli e le sorelle per creare con loro comunione”; “crea legami profondi, costituisce la comunità dei credenti, quella comunità dove ci si prende cura gli uni degli altri, specialmente dei poveri”.
“Noi viviamo in un tempo di grandi opportunità relazionali eppure c’è tanta solitudine, isolamento, volti tristi, egoismi sia personali che sociali. Siamo sempre collegati con il mondo, ma non riusciamo a fare rete nelle relazioni autentiche tra di noi”, ha osservato mons. Brugnotto, sottolineando che “il compito dei presbiteri in questo nostro tempo è abitare le relazioni, costruire legami nella comunità, grazie all’incontro tra la vostra umanità trasformata dall’incontro con Gesù morto e risorto, e l’umanità di tanti ragazzi, giovani, anziani, ammalati, poveri, abbandonati. Con la fantasia dello Spirito effuso su di voi, risvegliate la bellezza di essere comunità animate dall’amore di Dio, dalla Sua Parola e dal dono del Suo Corpo che risana e dona forza”.
Per il presule, “una Chiesa ferita ma credibile può rispondere alla sua missione di essere nel mondo segno di speranza. Non comunità autoreferenziali. Noi non siamo chiamati a riformare le nostre comunità perché siano delle belle comunità in cui si sta bene. La nostra missione è quella della profezia dell’unità, della comunione, della fraternità universale”. “Preti, diaconi, consacrati, consacrate e comunità tutte in continuo stato di missione – ha aggiunto -. Nel mondo, anche quello più vicino a noi, c’è molta violenza, cresce l’odio tra i popoli in guerra, si tocca con mano la disperazione di uomini e donne fragili”.
Mons. Brugnotto ha concluso: “Lo Spirito Santo, in una rinnovata Pentecoste ci spinge nella direzione opposta, versando olio sulle ferite causate dall’odio, invitando i nemici al dialogo e alla comprensione reciproca, guarendo con il perdono il male subìto. Non dimenticate che le comunità alle quali sarete inviati sono a servizio dell’unità e della pace”.

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