Il riconoscimento dello Stato di Palestina, da parte del governo del Regno Unito, “è un diritto e non una ricompensa”. Ad affermarlo, in un comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, è il vescovo Jim Curry, responsabile per la Terra Santa, che unisce la propria voce a quella degli altri leader cristiani che hanno dato il benvenuto alla decisione del premier britannico Keir Starmer di riconoscere lo Stato palestinese. “Il diritto all’autodeterminazione è fondamentale per la dignità umana”, scrive il vescovo Curry. “Durante la visita del gruppo dell’Holy Land Coordination, nei primi mesi di quest’anno, ho incontrato le comunità palestinesi cristiane della Cisgiordania – a Betlemme, Aboud e Taybeh – e ho ascoltato le loro sofferenze. Il loro dolore ha rafforzato la mia convinzione che la strada verso la giustizia e la pace possa essere costruita soltanto quando gli stessi diritti vengano garantiti per tutte e tre le popolazioni di questa terra, ebrei, cristiani e musulmani. Come ha dichiarato la Santa Sede la soluzione a due Stati rimane ‘l’unica strada possibile per Israele e la Palestina’”. “Il riconoscimento di uno Stato palestinese non mette fine alle sofferenze”, conclude il vescovo Curry. “La guerra a Gaza continua. Un cessate il fuoco è ancora necessario e dobbiamo garantire che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e che gli aiuti raggiungano i milioni di persone che ne hanno bisogno. Preghiamo che la comunità internazionale continui a impegnarsi con ogni sforzo perché la guerra possa finire”.