L’Argentina, in particolare l’area metropolitana di Buenos Aires, è scossa dal crudele omicidio di Brenda del Castillo, Morena Verdi e Lara Gutiérrez, ragazze di età compresa tra i 15 e i 20 anni, i cui corpi senza vita sono stati ritrovati smembrati a Florencio Varela, municipio dell’area metropolitana della capitale, mercoledì 24 settembre, dopo la che la loro scomparsa era stata segnalata venerdì scorso. La dinamica richiama ciò che già tristemente accade in altri Paesi del Continente, dilaniati da violenza e narcotraffico.
Il vescovo di San Justo (dove vivevano le tre vittime), mons. Eduardo García, assicura che la comunità diocesana accompagna “con profondo dolore” le famiglie e gli amici nel lutto per la morte di Brenda del Castillo, Morena Verdi e Lara Gutiérrez. “Questo episodio si aggiunge alla lunga lista di atti di violenza e morte che da tempo colpiscono i nostri quartieri”, si legge in un comunicato. Il vescovo di San Justo denuncia che vaste zone “sono state abbandonate in balia delle mafie dei narcos” e attribuisce all’“assenza dello Stato” la crescita di questa “cultura della distruzione e della morte. Preghiamo per queste famiglie e per tutte quelle che, nella nostra patria, soffrono sotto il flagello del narcotraffico istituzionalizzato”.
Il vescovo di Quilmes (nel cui territorio si trova il comune di Florencio Varela), mons. Carlos José Tissera, e il vescovo ausiliare, mons. Eduardo Redondo, hanno espresso, in un’ulteriore nota, il loro dolore perché, in prossimità della Giornata internazionale contro lo sfruttamento sessuale e il traffico di donne, ragazze e bambini, si verificano fatti che causano profondo dolore sia alle famiglie sia alla società. I vescovi chiedono giustizia e invitano le autorità nazionali, provinciali e municipali ad accelerare le indagini, nonché ad adottare misure rapide ed efficaci per proteggere e promuovere il benessere dei bambini, delle bambine, degli adolescenti, dei giovani e delle persone vulnerabili. Infine, hanno ricordato il messaggio della Conferenza episcopale argentina del 26 giugno scorso, in cui si affermava che “se lo Stato si ritira, entra in gioco il traffico di droga”, e hanno invitato tutta la società ad assumersi un impegno attivo per proteggere e difendere la vita.