“Non possiamo accettare che una giovane vita sia finita così”. Lo ha detto ieri pomeriggio il parroco di Isola capo Rizzuto (Kr), don Francesco Gentile, durante i funerali del ventiduenne Filippo Verterame, morto a seguito di una rissa scoppiata all’inizio della scorsa settimana in località Le Cannella di Isola Capo Rizzuto. Il giovane è morto, successivamente, dopo qualche giorno di ricovero presso l’Ospedale di Catanzaro. “Abbiamo tutti apprezzato – ha detto il parroco – con commozione un gesto significativo da parte vostra: la donazione degli organi di vostro figlio, che permetterà la prosecuzione di altre vite. La mamma di Filippo mi ha raccontato che avete scelto di fare questo gesto perché Filippo stesso, in varie occasioni, aveva espresso apprezzamento per la pratica della donazione degli organi. Si tratta di un gesto nobile, carico di significato”. Parlando del giovane, secondo i racconti, don gentile ha detto che era dedito al lavoro. “tanti gesti di attenzione verso persone fragili, i suoi sogni di giovane che si incammina pieno di progetti verso la vita. Tutto questo, certo, amplifica il dolore di una perdita. Accende, d’altra parte, un barlume di speranza, perché si fa traccia da seguire: ci dice, infatti, per che cosa bisogna davvero impegnarsi nella vita”. “Perché questa violenza? Perché non riusciamo a imparare che la via della violenza è portatrice di morte, soltanto di morte? Perché non riusciamo a mettere il valore della vita, il rispetto della vita e della dignità nostra e altrui a coronamento di ogni altro bene?”, si è chiesto il sacerdote aggiungendo che “tragedie come questa rappresentano l’apice di un modo di ragionare e di vivere dal quale ciascuno di noi è chiamato a prendere le distanze”. “Affinché la forza della Risurrezione di Gesù diventi operativa in noi, ci tocca decidere da che parte vogliamo stare”, ha detto ancora don Gentile: “questa tragedia non può lasciarci indifferenti o semplicemente commossi. Non dobbiamo più consentire che la rabbia e il risentimento decidano delle nostre e altrui esistenze. Oggi, insieme, diciamo basta! Basta con ogni forma di violenza, che soltanto distrugge e sconvolge. E basta con la rassegnazione, che è una scusa per lasciare che tutto resti com’è”. Rivolgendosi quindi ai giovani presenti ha chiesto “Soffrite per la sua mancanza? Allora, per onorare davvero la sua memoria, rigettate ogni genere di violenza, isolate i violenti, non ammirateli, non sono modelli da seguire”. “Che la morte di Filippo – ha concluso il parroco di Isola Capo Rizzuto – non sia solo una pagina di cronaca nera da mettere frettolosamente in qualche archivio, ma un appello che ci scuote, che ci inquieta, che ci spinge a vivere in modo nuovo. E che il Signore, Pastore buono, guidi Filippo a pascoli di vita eterna, e noi tutti a costruire una comunità più giusta e fraterna”.