“L’Amazzonia, spesso vista come una terra da spogliare – un territorio da sacrificare -, ci impegna a essere pastori che ascoltano e condividono con sensibilità le culture e le spiritualità dei popoli che la abitano”. Lo affermano i vescovi dell’Amazzonia, che hanno vissuto la scorsa settimana il loro primo incontro, a Bogotá, nella sede del Celam, con il coordinamento della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama).
In risposta alla crisi climatica, scrivono i vescovi, che ringraziano Papa Leone XIV per il suo messaggio all’incontro, “rinnoviamo il nostro impegno per l’ecologia integrale e la cura della casa comune. Vogliamo continuare a crescere come Chiesa con cuore amazzonico, che cammina con le sue comunità, che impara dalla saggezza ancestrale dei popoli indigeni e che si lascia interpellare dalle loro grida e dai loro sogni. L’Amazzonia non è una terra vuota da sfruttare; è una terra abitata, amata e curata da generazioni, ed è luogo della presenza di Dio. Camminiamo insieme in questa missione, come pastori e popolo, prendendoci cura dei nostri fedeli ed essendo curati da loro. Non siamo al di sopra né a parte, ma al fianco, condividendo le gioie e le sofferenze delle nostre comunità, imparando dalla loro fede semplice e dalla loro testimonianza di essere sale e luce della terra (cfr. Mt 5,13-14), lasciandoci sostenere dalla loro vicinanza e dalla loro preghiera”.
Prosegue la nota: “Il frutto del nostro incontro conferma la nostra appartenenza alla Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama), che riconosciamo come spazio privilegiato di comunione, discernimento e missione. Ci impegniamo a farla crescere, rafforzare e consolidare, affinché sia un’opportunità di servizio e di rinnovamento per ogni comunità cristiana della regione e un segno di speranza per tutta la Chiesa”.