Fine vita: Corte costituzionale dice “no” ad omicidio consenziente ma riconosce diritto a suicidio assistito. Menorello (Sui tetti), “smentisce se stessa. Politica reagisca”

“La Corte Costituzionale? Ormai va a zig-zag e sul fine vita smentisce se stessa. La politica difenda gli spazi democratici e reagisca ad una ingerenza ormai inaccettabile”. Così Domenico Menorello, portavoce del Forum Sui tetti. Commentando la sentenza odierna n.132/25 con la quale, in estrema sintesi, la Consulta dice “no” all’omicidio del consenziente ma riconosce il diritto di essere accompagnati nel suicidio assistito, Menorello evidenzia due aspetti. Anzitutto “la Corte non può smentire sé stessa, pena perdere la propria credibilità”; quindi “la Corte non può continuare a dettare al legislatore i testi delle leggi, salvo minare l’ordinamento democratico, fino a creare, persino intromettendosi a gamba tesa in un concreto percorso parlamentare, diritti che essa stessa aveva escluso e che non hanno alcuna fonte se non una inaccettabile pretesa ideologica priva di legittimazione. Pertanto facciamo appello ai decisori perché non abdichino al loro insostituibile ruolo e difendano le istituzioni legislative democratiche, rivendicandone la libertà”.
“In primo luogo – continua la nota – sono palesi e del tutto immotivate le contraddizioni rispetto alle altre sentenze della stessa Consulta, anche recentissime. Seppur indirettamente e assai sbrigativamente, la nuova sentenza sembra, incidentalmente, riferirsi a un ‘diritto ad essere accompagnati’ nel suicidio, ma nella 242/19 e nella 135/2024 la Corte ne ha direttamente escluso l’esistenza” chiarendo, secondo il giurista, “che non può esistere alcun obbligo di prestare aiuto al suicidio di un malato”.
“Di più – incalza Menorello – solo a maggio con la sentenza n 66/2025, la Corte addirittura spiegava che ‘il cosiddetto diritto di morire’ rivendicato in alcune circostanze potrebbe essere paradossalmente percepito dal malato come un ‘dovere di morire’ per non ‘essere di peso’, con un grave abbassamento della sensibilità morale collettiva che tutela le persone più fragili, spesso, peraltro, ‘invisibili’. Questo monito non vale più? In secondo luogo, la Corte si intromette nel percorso avanzato di formazione di una nuova normativa sul fine vita che si sta svolgendo nel Senato della Repubblica, volendone condizionare i contenuti a proposito del Servizio sanitario pubblico, così da snaturarne la natura e le funzioni”. “È troppo – osserva Menorello -. Nessun giudice può pretendere – come invece avviene platealmente nella pronuncia 132/25 – di dettare al Parlamento le leggi, che sono espressioni del popolo sovrano tramite i suoi rappresentanti democraticamente eletti. Che il Ssn sia per curare anche nelle situazioni più fragili o che sia deformato in uno strumento per scartare i più deboli è una scelta fondante i principi stessi della convivenza civile, che spetta esclusivamente alle sedi democratiche. Pertanto – conclude il portavove del Forum Sui Tetti – facciamo appello al Parlamento perché a maggior ragione di fronte di pronunce tecnicamente non vincolanti non accetti indebite ingerenze e non tradisca la sovranità popolare”.

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