“La continuità e l’espansione del dialogo tra Europa e Africa sono un pilastro irrinunciabile per l’Italia, che sostiene con convinzione piattaforme di dialogo regionale come il Processo di Khartoum. Sono convinto che una politica comune rigorosa contro i trafficanti possa giovare tanto ai Paesi di destinazione, quanto a quelli di origine”. Lo ha il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha partecipato oggi al Cairo alla riunione ministeriale del Processo di Khartoum che si è conclusa con l’adozione di una Dichiarazione e di un Piano d’azione che aprono nuove prospettive di collaborazione lungo direttrici che vanno dal contrasto ai trafficanti, alla prevenzione della migrazione illegale e al rafforzamento della cooperazione in tema di rimpatri. “Governare la migrazione – ha continuato il titolare del Viminale – vuol dire gestire i canali di ingresso in maniera proficua per tutti gli attori, a partire dagli immigrati stessi che solo in questo modo possono evitare pericolosi viaggi e accedere a percorsi di integrazione nei Paesi di destinazione. Flussi incontrollati possono anche aprire la strada a infiltrazioni terroristiche, con la possibilità di azioni violente e destabilizzanti sia in Europa che in Africa”. A latere della riunione, Piantedosi ha avuto un incontro bilaterale con il suo omologo egiziano, generale Mahmoud Tawfiq. Il proficuo colloquio – viene spiegato in una nota del Viminale – è stato l’occasione per fare il punto sui flussi migratori, la prevenzione del terrorismo e il contrasto ai traffici criminali, la cooperazione tra le Forze di Polizia e il potenziamento dello scambio info-investigativo.