Funerali Roberto De Simone: card. Battaglia, “dal cielo continua a ispirarci con la tua arte e il tuo genio, aiutaci a sognare una Napoli libera, viva, che non si piega agli stereotipi comodi”

(Foto ANSA/SIR)

“Come possiamo raccogliere l’eredità del maestro?”: è la domanda che ha posto oggi pomeriggio il card. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, nell’omelia dei funerali del maestro Roberto De Simone. “Forse imparando a guardare il mondo con il suo stesso sguardo: uno sguardo lucido, capace di vedere la realtà nelle sue contraddizioni, senza mai però disperare – la risposta –. Uno sguardo profondo, che affonda nelle radici senza rimanerne prigioniero. Uno sguardo ironico, che smaschera i falsi miti senza perdere il sorriso. Uno sguardo di fede, una fede semplice e forte, granitica e leggera al contempo, una fede che è stata la sua amica più fedele proprio nel tempo della sofferenza, riempiendo le sue giornate, abitando i suoi silenzi, facendo della sua solitudine un dialogo incessante con il Signore”.
È “a questo dialogo ininterrotto con il Signore che noi affidiamo Roberto, chiedendogli di non lasciarci soli ma di continuare – attraverso non solo la sua arte ma anche attraverso la sua preghiera – a ricordarsi di noi. Di tutti coloro che lo hanno amato. Dei suoi familiari ed amici. Dei tanti artisti che ha aiutato ad emergere, a crescere, a far fiorire il proprio talento. Di tutta la sua Napoli. E anche di questo vescovo che ha avuto la fortuna di conoscerlo e di essergli amico”, ha confidato il porporato.
Rivolgendosi direttamente in un dialogo con De Simone, l’arcivescovo ha continuato: “Caro maestro, oggi ti salutiamo, è vero ma non ti lasceremo andare nell’oblio del passato perché abbiamo ancora bisogno della tua arte, del tuo sguardo, così acuto, così capace di scardinare le apparenze, facendoci sorridere e piangere insieme, trasformando una risata in preghiera e una preghiera in amore concreto verso i piccoli e i semplici. Dal cielo, nella comunione dei santi, continua a spronarci, a ispirarci con la tua arte e il tuo genio, aiutaci a sognare una Napoli libera, viva, che non si piega agli stereotipi comodi, ma li sfida con fierezza e intelligenza”. Poi l’auspicio: “Ogni figlio di questa nostra terra partenopea sappia imparare dalla tua eredità, impegnandosi per trasformarla – qualsiasi sia il suo ruolo e il talento che il Signore gli ha dato – in una città che abbraccia la sua storia senza esserne prigioniera, che conosce la forza del ricordo ma anche il coraggio del cambiamento, della rinascita!”. E, ha concluso, “la Chiesa di Napoli, di cui ti sentivi figlio come più volte mi hai detto, prega e continuerà a pregare per te”.

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