Terra Santa: a Gerusalemme si è aperto il V Congresso dei Commissari

(Foto Custodia Terra Santa)

Al via stamane a Gerusalemme la prima giornata del V Congresso internazionale dei Commissari di Terra Santa sul tema “Ambasciatori di pace: ascoltare, sostenere, annunciare la Terra Santa”. Dopo la messa al Santo Cenacolo, presieduta dal Custode fra Francesco Ielpo, la sessione introduttiva è stata dedicata all’ascolto della vita della Chiesa locale attraverso testimonianze provenienti dai contesti più fragili. In collegamento da Gaza, padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, ha descritto la condizione della sua comunità, ricordando che prima del 7 ottobre 2023 i cristiani erano 1017, tra cui 135 cattolici: una presenza esigua ma storicamente radicata. “È sempre stata molto forte l’azione spirituale, pastorale della Chiesa cattolica”, ha affermato, spiegando che la parrocchia sorge sulla via percorsa dalla Sacra Famiglia verso l’Egitto. Dalla guerra, però, “sono morti 57 cristiani, circa il 6% del totale” e “la guerra è finita? No, non è finita la guerra… Alcuni quartieri sono spariti”. La parrocchia, un tempo luogo di incontro, “si è trasformata in un rifugio… in un ospedale”, arrivando a ospitare 700 persone, oggi circa 450, grazie al sostegno del patriarcato latino. È intervenuto poi mons. Bruno Varriano, vescovo ausiliare del Patriarcato latino e primo vescovo cattolico latino di Cipro dopo quattro secoli: “Siamo una Chiesa in crescita, abbiamo tanti fratelli che chiedono di diventare cattolici”. La sua missione, ha detto, è “portare unità fraterna, la gioia francescana”, promuovendo collaborazione e riconoscimento reciproco con le Chiese ortodosse: “Dobbiamo camminare… educare le nuove generazioni ad amare gli ortodossi”. In videocollegamento anche mons. Cesar Essayan, vicario apostolico di Beirut, che ha sottolineato la difficoltà del contesto economico e sociale ma anche l’urgenza di “mostrare la prossimità della Chiesa e la prossimità di Dio”. Ha indicato quattro priorità pastorali: il recupero del senso del sacro, un uso più sobrio dei social media, una maggiore collaborazione con i laici e l’aggiornamento dei religiosi.

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