Pasqua: mons. Carboni (Oristano e Ales-Terralba), “la nostra speranza inizia dall’assenza in quel sepolcro vuoto”

“Il mio augurio per tutti voi è che questa Pasqua di Resurrezione ci sorprenda, che nonostante talvolta si cammini al buio, questo non mortifichi il nostro desiderio di Dio e la speranza dell’incontro con il Signore, che sappiamo correre per ciò che dà senso alla nostra vita e infine aprirci al mistero di credere in lui: il Risorto!”. Così mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, nel messaggio in occasione della Pasqua pubblicato da “Il nuovo cammino”.
“Il nostro mondo vive, in questo tempo, ore di buio”, osserva il presule: “Trafitto dalla violenza della guerra, dagli interessi dei potenti, dall’inascoltato grido dei deboli, dei bambini, di chi non sa come e dove difendersi e proteggersi. C’è un immenso sepolcro che racchiude la terra, le speranze di pace, il desiderio di una vita migliore e degna…”. Ripercorrendo quello che hanno vissuto Maria di Magdala e gli apostoli la mattina di Pasqua, mons. Carboni: “Dopo il grande silenzio sulla croce, qui c’è un altro silenzio, quello della presenza: ‘Hanno portato via il Signore’. Le stesse domande agitano, oggi, il nostro cuore: Chi ci salverà? Chi ci darà speranza?”. “Spetta a noi cristiani – ammonisce l’arcivescovo – dire anche agli altri che la nostra speranza inizia dall’assenza in quel sepolcro vuoto dove risuona, però, la parola del Maestro: ‘Io Sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo’. Solo la certezza della profonda verità di queste parole, la certezza della fede, ci dà speranza, sicuri di non essere abbandonati e soli”.
“L’annuncio della Resurrezione – prosegue mons. Carboni – ha una dinamica forte. Non ci permette di stare seduti, ma ci spinge ad annunciare, a portare agli altri la buona notizia”. “Siamo anche noi interrogati oggi su che cosa ha il potere di smuoverci, di farci correre. È la luce di una speranza che si accende e che ci dice che il Signore è ancora con noi, che ci accompagna, che ci guida e protegge”, spiega l’arcivescovo, evidenziando che – come successo ai discepoli dopo la Resurrezione – “adesso tocca a ognuno di noi fare un percorso, un cammino interiore, dal buio allo sguardo attento, alla sorpresa, alla fede…”.

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