Natalità: Crepet, “in un mondo tarato sul solipsismo il nostro welfare si chiama ‘nonni’. Occorre investire, se le coppie si sentono aiutate i figli li fanno”

“Il problema è soprattutto la felicità. Se sei felice un figlio lo fai, indipendentemente dagli aiuti o dai sussidi”. Ne è convinto Paolo Crepet, psichiatra e scrittore. Intervenendo questa mattina a Roma al convegno “La natalità: una questione di coppia”, promosso questa mattina da Farmindustria in occasione della Giornata della donna, Crepet ha osservato: “Le primipare oggi hanno di norma 35 anni, nessuno si stranisce se ne hanno 45, ma c’è anche chi fa i figli a 60 anni. Ma questo è egoismo, perché ogni ragazzo ha il diritto di vivere e crescere con persone vive, non cariatidi”. Per lo psichiatra occorre investire su nidi, materne, elementari a tempo pieno per tutti, “come si fa nei Paesi del nord. Perché noi siamo diversi? È lì che si dovrebbe investire il Pil. Un uomo e una donna mettono al mondo un figlio se sanno di essere tutelati e aiutati. Noi invece abbiamo un welfare che si chiama ‘nonni’: il nipote aspetta che il nonno muoia per ereditare l’appartamento”. “Oggi il mondo è tarato sul solipsismo e sull’egocentrismo, ma non è tarato sulla felicita – ha aggiunto -. Ma è il mondo che abbiamo voluto noi. Facciamo i finti tonti, ma è con questa realtà che dobbiamo fare i conti”. A seguire un consiglio per i genitori: “Se volete fare figli, educateli. Oggi abbiamo totalmente disimparato ad educare; per me più che la denatalità il problema è la mancanza di educazione: li viziamo e proteggiamo da tutto. Dobbiamo invece dare loro la possibilità di crescere. In Svezia hanno tolto la tecnologia digitale dalle scuole elementari, perché noi dobbiamo invece tirare su degli zombi? Sappiamo che ci sono le lobby del digitale, le pressioni da parte di un certo tipo di mondo, girano farmaci e droghe contro la sessualità che è incontro, relazione, ma come si fa in un mondo dove non c’è più empatia?”. “Siamo contenti di quello che abbiamo – ha concluso Crepet -, non di quello che potremmo avere, ma io sono convinto che indipendentemente da tutto, se tu sei felice un figlio lo fai”.

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