Diocesi: mons. Renna (Catania), “non diciamo mai ‘siamo in Sicilia’, no a stereotipi che creano alibi”

“Sogniamo insieme un modo diverso di amare la città: amare i beni di tutti è una forma di carità sociale”. Lo ha detto l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ieri sera nell’omelia della messa nell’omelia per la festa della traslazione di Sant’Agata. “Non diciamo mai ‘siamo in Sicilia’ – ha aggiunto il presule -, lasciamoci alle spalle quei passaggi del noto romanzo ‘Il Gattopardo’ con quella espressione rassegnata del Principe di Salina al delegato del governo piemontese: ‘Il sonno, caro Chevalleyè, ciò che i siciliani vogliono’. No: i siciliani vogliono la qualità della vita e hanno smentito quella frase, con i loro Pino Puglisi, Rosario Livatino, Piersanti Mattarella, Pippo Fava, Biagio Conte”. L’arcivescovo ha indicato “gli esempi del prendersi cura”, “la vera immagine della Sicilia, non quella degli stereotipi che creano alibi”. “Sono quelli a cui voi, giovani soprattutto, chiamati dal Papa a Lisbona a brillare della luce del Cristo, siete chiamati ad ispirarvi”. Infine, l’incoraggiamento di mons. Renna: “Prendiamoci cura della nostra città, tutti, perché il nobile nome di ‘cittadini’ che risuona al passaggio di sant’ Agata, sia confermato dalla coscienza pura di chi dice che ha fatto tutto il possibile per la sua città e perciò può gridare: ‘Viva Sant’Agata’. Vogliamo essere insieme buoni cittadini e devoti di sant’ Agata, mai una sola cosa senza l’altra”.

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