Sudan: Save the Children, 88 casi di stupro a seguito del conflitto ma la cifra rappresenta probabilmente soltanto il 2% dei casi totali

Un numero allarmante di ragazze adolescenti viene aggredito sessualmente e stuprato da combattenti armati in Sudan, dove molte delle sopravvissute hanno tra i 12 e i 17 anni. È il tragico allarme che diffonde oggi Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro. A seguito dell’escalation del conflitto nel Paese, bambine e bambini sono vittime di violenza sessuale e di genere. Episodi di stupro, violenza e sfruttamento sessuale sono stati segnalati da donne e ragazze fuggite dal conflitto a Khartoum e da altre aree del Sudan. Sebbene la violenza sessuale si stia diffondendo velocemente, sono stati verificati solo 88 casi di stupro a seguito del conflitto, con almeno 42 presunti casi nella capitale, Khartoum, e 46 nella regione del Darfur. Tuttavia, secondo l’Unità sudanese per la lotta alla violenza contro le donne, questa cifra rappresenta probabilmente soltanto il 2% dei casi totali, il che significa che, secondo questa stima, ci sarebbero stati circa 4.400 casi di violenza sessuale in sole 11 settimane. Gli operatori di Save the Children riferiscono inoltre di alcuni bambini che vengono presi di mira specificamente per la loro etnia, oltre che per il loro genere. L’Organizzazione è anche particolarmente preoccupata per i bambini che viaggiano da soli, e sono quindi esposti ad un rischio molto più alto di violenza, abuso e sfruttamento. Anche prima che scoppiassero i combattimenti, il 15 aprile scorso, più di 3 milioni di donne e ragazze in Sudan erano a rischio di violenza di genere. Da allora questo numero è salito a circa 4,2 milioni di potenziali vittime di violenza. La violenza sessuale è spesso usata come arma di guerra contro i bambini per terrorizzarli, diffondere paura e intimidazione, per vantaggi politici e militari, per esercitare una sorta di pulizia etnica o umiliare un gruppo etnico in particolare, oppure semplicemente per punire i civili per il sospetto sostegno a forze opposte. Nella nota diffusa oggi, Save the Children, chiede alle parti in conflitto di “concordare un’immediata cessazione delle ostilità in Sudan e trovare una soluzione pacifica al conflitto. Ogni minore, indipendentemente da dove abiti, merita di vivere una vita sicura, felice e sana, libera dalla violenza. È fondamentale per la sopravvivenza dei bambini e delle famiglie che cessino i combattimenti, e che sia garantita la protezione dei bambini dalla violenza e da altre violazioni dei loro diritti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori