Tribunale ecclesiastico: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “la riforma di Papa Francesco concretizza il Concilio Vaticano II”

“Il Tribunale ecclesiastico interdiocesano e il ruolo del vescovo diocesano”. Questo il titolo della prolusione che ieri, mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente Cei area Sud, ha pronunciato a Reggio Calabria in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro (Teic) e del Tribunale ecclesiastico interdiocesano calabro di Appello (Teica). “La riforma di Papa Francesco concretizza il Concilio Vaticano II e appare in piena continuità con la tradizione ecclesiale quando enfatizza la centralità del vescovo nell’amministrazione della giustizia, sia come supervisore dell’attività del proprio Tribunale, sia come giudice, in vista di una maggiore prossimità ai fedeli”, ha detto il presule.
Mons. Savino ha auspicato che “la riforma voluta da Papa Francesco sia autenticamente e completamente attuata, garantendo ai fedeli quella ‘prossimità’ che il vescovo, in quanto ‘battezzato’, animato dalla solidarietà verso gli altri battezzati, deve sperimentare e, in quanto Pastore, costituito in favore degli altri battezzati, deve amministrare nell’esercizio della propria potestà giudiziale”. I dati: nel 2022 “sono state esaminate 272 cause di cui 109 sono state introdotte nel 2022. Ad oggi, sono rimaste pendenti 135 cause, 28 in meno rispetto a quelle dell’anno precedenti”. Rispetto alle tempistiche, solo quattro casi risalgono a più di 4 anni fa (2013-2018). Gran parte delle altre, 72, sono state introdotte nel 2021, mentre 17 sono state concluse in neanche un anno solare”. Rispetto ai responsi per le cause di nullità del matrimonio sono stati al 97% affermative, mentre solo in 5 casi si è registrata una sentenza negativa. Rispetto all’analisi per i capi di nullità del quinquennio 2018-2022, in 88 casi si è arrivati a giudizio per “grave difetto di discrezione di giudizio”, un capo di nullità in crescita costante negli ultimi anni. Tra i casi più ricorrenti, poi, si evidenziano: “esclusione della prole”, “esclusione dell’indissolubilità del vincolo”, “errore su qualità della persona”. Rispetto al “grave difetto di discrezione di giudizio”, 87 casi sono stati decisi pro nullitate, mentre solo 1 pro validità. Infine, il vicario giudiziale ha chiarito che il tempo di giacenza media della causa ammonta a 635 giorni; la media delle cause lavorate per addetto è di 20 cause; il lead time di soli 3 giorni. Le cause introdotte nel 2022 arrivano principalmente da Reggio-Bova (25), Catanzaro-Squillace (20), Oppido-Palmi (14) e Lamezia Terme (10).

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