Papa in R.D. Congo e Sud Sudan: Centro Astalli, le storie dei rifugiati congolesi e sudsudanesi che stamattina lo hanno incontrato

Un gruppo di rifugiati congolesi e sudsudanesi accolti al Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei gesuiti per i rifugiati (Jrs), hanno salutato questa mattina Papa Francesco in partenza per la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan.
Tra loro Cedric, congolese, che oggi vive a Roma con la moglie e tre figli piccoli. In Congo era attore, impegnato in progetti teatrali e documentaristici per la diffusione dei diritti umani tra le nuove generazioni a Kinshasa. Questo suo impegno civico lo ha costretto prima al carcere e poi a lasciare il suo Paese e chiedere asilo in Italia. Mirra ha una protezione sussidiaria, cinque anni fa è riuscita a fare il ricongiungimento familiare con i suoi due figli entrambi albini, condizione che in Congo spesso comporta violenze e discriminazioni. Bidong è rifugiato dal Sud Sudan, cresciuto da quando aveva 9 anni in un campo profughi in Etiopia, dove fu costretto a scappare per via della guerra. È arrivato a Roma grazie a un corridoio universitario nell’ambito del progetto Unicore promosso da Unhcr in collaborazione tra gli altri con il Centro Astalli. Oggi studia all’Università La Sapienza cooperazione allo sviluppo. “Il Santo Padre ha salutato i rifugiati e si è mostrato contento di poterli incontrare con le loro famiglie – commenta il Centro Astalli -. Un momento significativo prima di un viaggio in cui ancora una volta Francesco mette al centro periferie esistenziali e geografiche del mondo, aree di crisi da cui ogni giorno fuggono migliaia di persone in cerca di salvezza”. Il Jrs opera sia in Congo che in Sud Sudan offrendo accompagnamento a sfollati e rifugiati in particolare nel campo della formazione scolastica e universitaria.

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