Bulgaria: Giornata vittime del comunismo. Padre Cortesi (passionista) al Sir, “spazio alla memoria per non ripetere gli stessi errori”

Oggi in Bulgaria si celebra la Giornata di riconoscimento e rispetto delle vittime dei totalitarismi e in particolare del regime comunista, istituita dal Governo bulgaro il 20 gennaio 2011. Il 1° febbraio 1945 la Corte popolare del nuovo regime comunista bulgaro emette 2.618 condanne a morte, molte delle quali eseguite lo stesso giorno: politici tra cui il principe Kiril, fratello del defunto re Boris e reggente, ufficiali dell’esercito, professori universitari, gran parte dell’élite del Paese.

Padre Paolo Cortesi

“Sono atti barbarici perché i condannati non hanno potuto salutare i loro parenti e sono stati sepolti in fosse comuni”, racconta al Sir padre Paolo Cortesi, missionario passionista е rettore del santuario “Beato Eugenio Bossilkov” a Belene, luogo di una delle prigioni politiche della Bulgaria. “Si agisce su modello sovietico, vengono catturati tutti coloro che erano legati al potere precedente affinché il regime comunista non avesse alcuna resistenza interna”, aggiunge. In seguito le repressioni del potere comunista continuano, in modo costante e mirato contro le confessioni religiose, e in modo violente fino alla morte di Stalin. “Secondo gli storici sono almeno 170 i rappresentanti del clero della Chiesa ortodossa bulgara assassinati in diversi modi – afferma padre Cortesi – mentre la persecuzione dei rappresentanti della Chiesa cattolica e delle comunità protestanti è stata molto più violenta perché per principio queste confessioni erano ritenute legate ai loro ‘superiori’ all’estero”. “E mentre quasi tutti i pastori protestanti sono mandati in prigione, nella Chiesa cattolica abbiamo 8 vittime”, rileva Cortesi. Alcuni come i beati martiri – il vescovo di Nicopoli Eugenio Bossilkov e i tre padri assunzionisti Shishkov, Dzidzov e Vichev – sono stati fucilati nel 1952 a Sofia dopo una condanna di spionaggio, mentre altri come il vescovo Ivan Romanov e il frate cappuccino Fortunato Bakalski muoiono in prigione oppure sono stati catturati addirittura all’altare come il frate cappuccino Flavian Mankin”. Lo scopo era creare una Chiesa cattolica nazionale soggetta al partito comunista.
Secondo padre Cortesi è necessario che “la società dia maggior importanza alla memoria delle vittime innocenti di tutti i regimi totalitari per poter curare le ferite del passato e non commettere mai più gli stessi errori”. “Purtroppo – spiega – il tema del comunismo ancora non ha una valutazione unanime, ma rimane un tema che divide, ci sono persone che rilevano i tratti positivi di quel periodo”. Per questo, ancora più importante è far conoscere soprattutto ai giovani, i fatti storici perché possano avere una visione realistica. Oggi, alle 18 nella concattedrale di San Giuseppe a Sofia, sarà celebrata la messa in memoria e riconoscenza per tutti i bulgari, vittime innocenti del comunismo. “Pregheremo per i nostri beati martiri, per gli altri cattolici uccisi dal regime ma anche per tutte le vittime innocenti per la consolazione dei loro cari e per la pace nel mondo”, rileva padre Cortesi. Dopo la messa sarà presentato il libro “Vasil Levski. Tragedia in cinque atti”, di Georgi Zarkin, prigioniero politico, ammazzato nella prigione di Pazardzik.

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