R.D. Congo: Abeli Muhoya Mutchapa (vescovo di Kindu), “Paese vittima di interessi internazionali, alcune proposte per la pace”

“La R.D. Congo è vittima di interessi internazionali che puntano alla destabilizzazione delle istituzioni statali per il saccheggio sistematico delle sue risorse naturali, con la complicità di alcuni leader locali”: lo afferma monsignor François Abeli Muhoya Mutchapa, vescovo di Kindu, suffraganea dell’arcidiocesi di Bukavu, nel Nord Kivu. “Ogni dieci anni, c’è sempre una guerra in Congo che coinvolge attori nazionali e internazionali”, spiega in un intervento scritto giunto al Sir in vista della visita apostolica di Papa Francesco da oggi fino al 5 febbraio nella R.D. Congo e in Sud Sudan. La R.D. Congo è un Paese ricchissimo di risorse del suolo e del sottosuolo che sono “oggetto e fonte di numerosi conflitti armati, fondiari e intercomunitari”. “Queste zone minerarie – racconta -, sfruttate artigianalmente, favoriscono anche l’abbandono dell’agricoltura e della scuola, lo sfruttamento di bambini e donne, gli stupri e le violenze sessuali, la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili e dell’Hiv/Aids”. “La R.D. Congo è vittima di numerosi accordi spesso conclusi a suo sfavore e imposti dalle grandi potenze e dalle multinazionali”, che però “non portano la pace, né sono a vantaggio del popolo congolese”. Nella R.D. Congo si contano almeno 140 gruppi armati locali e stranieri che alimentano i conflitti armati, “c’è molto banditismo urbano a causa dell’elevata disoccupazione, dell’esodo rurale e dell’abuso di alcol e sostanze”, “le operazioni militari per neutralizzare i gruppi hanno i loro corollari: stupri e violenze sulle donne, sfollamento di massa della popolazione, arruolamento dei bambini nei gruppi armati, sfruttamento di donne e bambini nelle zone minerarie”. Tutto ciò, denuncia il vescovo di Kindu, con “il silenzio e la complicità di alcune potenze e delle Nazioni Unite”. La situazione sociale e umanitaria è perciò disastrosa, con 27 milioni di persone (il 25% della popolazione) in grave insicurezza alimentare nell’Est del Paese; oltre 5,6 milioni di sfollati che vivono nei campi o ospiti di altre famiglie; malnutrizione e scarso accesso all’acqua potabile.
Monsignor Abeli Muhoya Mutchapa lancia una serie di proposte per favorire soluzioni alla crisi, chiedendo l’appoggio della Chiesa universale per “assistere la R.D. Congo nella diplomazia per il ritorno della pace”, esigendo “la giustizia come risarcimento dei danni subiti dai Paesi aggressori”, ad esempio con “sanzioni al Rwanda, all’Uganda ed altri complici”. Tra le altre proposte, quella di accompagnare il Paese “nel processo di democratizzazione e di pace”, rilanciare l’agricoltura,  promuovere i diritti umani, la formazione professionale e l’empowerment  dei giovani, lottare contro la violenza sessuale, ricostruire le infrastrutture sociali.

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