Meeting Rimini: Amato (Corte Costituzionale), “in democrazia le regole si osservano per convinzione”

(da Rimini) “Dobbiamo avere il coraggio di affermare verità ferme che distinguono il giusto dall’ingiusto. Le colonne d’Ercole si sono spostate, ma esistono ancora. Dobbiamo essere consapevoli che siamo creature, quindi chiamati a difendere il creato per chi viene dopo di noi”. È quanto sostenuto dal presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, intervenuto questa mattina al Meeting in corso a Rimini fino al 25 agosto sul tema “Democrazia e verità”. “Oggi – ha sostenuto Amato – le verità vengono dalla scienza e dalla conoscenza. Negarle significa entrare nel ‘non giusto’, come ad esempio può accadere per dei genitori che si affidano alla medicina omeopatica e rifiutano cura per il loro figlio. Stanno facendo il suo male perché sono nel falso che li porta a una decisione ingiusta”. “Siamo davanti a un compito difficile: assicurare la sopravvivenza del pianeta e di chi ci vive – ha aggiunto Amato -. Saranno necessari cambiamenti profondi. I climatologi ci stanno dicendo che questa estate è la più fresca tra quelle che avremo nei prossimi 30 anni. Oggi non possediamo tutte le soluzioni da adottare. Ci saranno cambiamenti nelle energie che usiamo, nelle nostre vite, e avremo nuove regole da osservare”. Come accaduto per l’uso della mascherina per affrontare la pandemia, una regola fatta osservare a tutti per poter essere efficace, così “dovremo moltiplicare per mille questi casi”, ammonisce il presidente Amato che pone la domanda: “Come fa una democrazia a garantire l’osservanza delle regole? Manda i vigili? Lo farà in un caso. Ma se lo facesse sempre, non sarebbe più una democrazia, ma un autoritarismo”. Ecco allora lo specifico della democrazia, dove “si osservano le regole per convinzione, non per costrizione”, ha precisato Amato ponendo la domanda su come costruire questo ‘idem sentire’ per milioni di persone. “La politica di oggi non penso sia attrezzata per assolvere al compito immane che abbiamo davanti. Una politica con fragilità strutturale, più capace a seguire che a guidare”. Ma se la politica non basta e se ancora questa è una democrazia in cui la persona ha un senso, ha sottolineato il presidente, “tutti sono una risorsa. Dobbiamo affidarci alla scienza, ma questa deve farsi riconoscere la credibilità necessaria”. Poi il monito: “Ci vogliono comportamenti più sobri e distaccati rispetto a quelli tenuti durante la pandemia. La scienza procede anche per errore, ma all’interno del proprio lavoro e si tiene lontano dal mondo del verosimile”. Infine l’invito al mondo del volontariato e ai giovani. Il primo, per Amato, “è il polmone della democrazia e ha una responsabilità da assumere in nome del futuro”. I secondi, a cui il presidente affida le sue idee, devono porsi come “garanti della Costituzione e per gli anni che abbiamo davanti”.

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