Ucraina: Acli, “gli ucraini che hanno lavorato in Italia e che ora sono costretti a rientrare qui continueranno a godere della pensione”

“Gli ucraini che hanno lavorato per un’intera vita in Italia e che ora sono costretti a rientrare nel nostro Paese potranno continuare a godere della pensione”. Lo ha stabilito il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che ha accolto una delle proposte Acli, presentate ufficialmente lo scorso 17 marzo alla Camera dei Deputati. “Un mese fa l’associazione ha chiesto che per l’intera durata dell’emergenza in Ucraina, l’Inps continuasse ad erogare la pensione da espatriati, quella cioè che spetta a chi abbia regolarmente lavorato in Italia e sia poi espatriato in Ucraina, e che si potesse ritirare la pensione presso le Poste Italiane e su altri canali bancari diffusi a livello internazionale”, affermano le Acli.
In base all’articolo 18 della legge n. 189/2002, la pensione di espatrio viene erogata solo a chi decide di rientrare nel proprio Paese di origine: il venire meno della condizione di rimpatrio definitivo comporta la revoca della prestazione pensionistica. Ma a partire dal 24 febbraio 2022, a causa della guerra, molti cittadini ucraini, titolari di pensione italiana, sono stati costretti a lasciare l’Ucraina per stabilirsi nuovamente in Italia o in altri Stati. Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha comunicato all’Inps che “fino a quando non verranno a crearsi le condizioni per un rientro nel Paese in sicurezza, le pensioni già in essere potranno continuare ad essere erogate anche in Paesi diversi dall’Ucraina e in Italia”.

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