Diocesi: card. Betori (Firenze), “rese la Chiesa sempre più ‘esperta di umanità'”

“Padre Ernesto Balducci, con il suo percorso umano, religioso, intellettuale, ha contribuito a rendere la Chiesa sempre più ‘esperta di umanità’, sempre più attenta nello scrutare i ‘segni dei tempi'”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, stamattina a Palazzo Vecchio, in occasione dell’apertura delle celebrazioni per il centenario della nascita di padre Ernesto Balducci, ricordando “il suo arrivo alla Badia Fiesolana, dove si costituì intorno a lui uno spazio di confronto e dialogo, in quel fermento di idee e di incontri che ha caratterizzato la Firenze del Novecento. Spazio di dialogo anche tra Chiesa e mondo, tra fede e cultura”.
Ricordando le sue riflessioni sulla nascita di un nuovo umanesimo, il cardinale ha sottolineato che “è nel riconoscimento della comune umanità che è possibile costruire una società più giusta, aperta e inclusiva, che è possibile superare i conflitti e far nascere la pace”. “Un umanesimo che ha in Gesù il suo modello di umanità. Padre Balducci indica nel Cristo il prototipo di ‘uomo planetario’ in cui le frontiere storiche, politiche, culturali sono abbattute. L’universalità del messaggio cristiano viene colta nei gesti concreti con cui Gesù stesso andò incontro ai poveri, ai miti, agli afflitti, ai perseguitati”.
L’attenzione poi al messaggio cristiano universale di cui parla padre Balducci, che “comprende l’imperativo di farsi prossimi a tutti, senza frontiere di provenienza etnica, culturale e religiosa”. “Vediamo oggi quanto sia difficile vivere il valore dell’accoglienza senza fare distinzioni in base alla provenienza o alle motivazioni di chi bussa alle nostre porte – ha concluso il card. Betori -. Potremmo aggiungere a queste riflessioni anche la difficoltà, nella cultura del nostro tempo, nel parlare di un’accoglienza da rivolgere a qualsiasi sia la condizione della vita, senza mai abbandonare l’orizzonte dell’accoglienza e della cura. È la persona umana che in forza della sua inalienabile dignità va difesa e promossa”.

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