Natale: mons. Boccardo (Spoleto), “nonostante qualche lobby europea vorrebbe cancellare dal vocabolario comune la parola, noi continuiamo a parlare con convinzione del Natale di Nostro Signore”

“‘Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato’. Questo mistero – è ciò che noi chiamiamo ‘Natale’, il suo messaggio e il suo contenuto. Anche se ‘Natale’ è una parola che qualche lobby europea neanche tanto nascosta vorrebbe cancellare dal vocabolario comune in nome di una ‘comunicazione inclusiva’. Fondamento di tale modo di vedere è il principio secondo cui l’uguaglianza richiede l’annullamento delle differenze”. Nella sua omelia del giorno di Natale, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha avvertito del rischio di cancellare la parola Natale. “Con questa autentica aggressione del linguaggio ereditato da secoli di fede e di cultura – ha rimarcato l’arcivescovo – si tende a formare individui che non si riconoscano appartenenti a nessuna categoria ma solo a sé stessi. È il trionfo del puro individualismo. Ed è anche l’annegamento del singolo in una massa informe e indistinta, nella quale egli perde alla fine la propria identità, che per definirsi ha bisogno delle relazioni. Ma le relazioni diventano impossibili, o meramente formali, in una società dove al posto delle differenze ci sono persone che sono solo sé stessi e che non hanno in comune né l’essere uomini né l’essere donne, né l’essere cristiani né l’essere islamici, né l’essere credenti né non credenti”. Purtroppo, ha aggiunto, “queste non sono solo teorie; è la tendenza ad imporre – attraverso le mode, oltre che attraverso il linguaggio – la logica dell’omologazione, che rende tutti uguali annullando le differenze culturali e lasciando in vita individui sradicati e incapaci di relazioni profonde”. “Chiunque ragioni libero da ideologie e pregiudizi sa bene che per un mondo dove si realizza la vera uguaglianza non si può puntare sull’annullamento dell’appartenenza dei singoli alle loro rispettive comunità locali, ma piuttosto sull’apertura di ciascuna di esse alle altre e al mondo intero”. “Il rispetto dell’uguale dignità delle persone – ha concluso mons. Boccardo – non si realizza a spese delle differenze, ma attraverso di esse. Pertanto, noi continuiamo a parlare, con serenità, convinzione e fermezza, del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo”.
All’ingresso della cattedrale la Caritas ha confezionato dei “posti tavola” (piatto, bicchiere, tovagliolo). Si tratta del progetto “adotta un pasto”: le persone hanno lasciato un’offerta e hanno preso il posto tavola, consentendo così alle famiglie povere di trascorrere un Natale sereno.

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