Zimbabwe: Consiglio delle Chiese ed evangelici in difesa dei vescovi cattolici, “presidente ritiri le accuse”

“La risposta del governo è stata apertamente emozionale e in disprezzo di ogni comunicazione formale. Usare i media pubblici per attaccare la persona dell’arcivescovo Ndlovu non solo rappresenta un uso inappropriato delle risorse dello Stato, ma rischia anche di aumentare la tossicità che già caratterizza il nostro spazio pubblico”. A scendere in campo in difesa dei vescovi cattolici dello Zimbabwe e del presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Harare, mons. Robert C. Ndlovu, sono i due più importanti organismi ecumenici del Paese, lo Zimbabwe Council of Churches, che raccoglie le Chiese protestanti storiche, e la Evagelical Fellowship of Zimbabwe, che riunisce i movimenti evangelici. Di fronte alla grave crisi economica e alla continua violazione dei diritti umani da parte di agenti governativi, il 14 agosto scorso, i vescovi cattolici del Paese hanno pubblicato una lettera pastorale in cui facevano appello “alla pace e alla costruzione della nazione attraverso l’impegno inclusivo, il dialogo e la responsabilità collettiva per la trasformazione”. Non era la prima volta che i vescovi locali affrontavano la questione ma questa volta la lettera ha avuto un violento attacco da parte del governo. Il 15 agosto scorso, la ministra dell’informazione Monica Mutsvangwa ha letto sulla rete tv nazionale un comunicato molto duro contro la Chiesa cattolica e contro la persona dell’arcivescovo di Harare, accusandolo di “nefasto cinismo” e di risvegliare “le più oscure pagine di un genocidio di tipo ruandese”. Accuse gravissime che hanno spinto le Chiese cristiane a intervenire in difesa dell’arcivescovo, definendo “infondate e oltraggiose” le comparazioni con il genocidio e soprattutto denunciando il governo di voler in questo modo “fomentare le divisioni etniche e tribali”. Nel comunicato, le Chiese chiedono ai loro fedeli di “pregare per la pace, per l’arcivescovo Ndlovu, per la Conferenza episcopale cattolica” e lanciano un appello a tutto il Paese perché “rimanga unito al di là di ogni appartenenza etnica, religiosa e politica”. Al presidente dello Zimbabwe, le Chiese chiedono di ritirare le accuse contro l’arcivescovo e i leader cattolici invitandolo a lavorare per favorire “un dialogo nazionale e inclusivo” volto a “trovare una soluzione alle sfide che sta attraversando la Nazione”.

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