Bolivia: vescovi, “no a violenza, revocare i blocchi che paralizzano città. Fissare nuova data per le elezioni”

No alla violenza, sì al dialogo, nella prospettiva di fissare una nuova data per elezioni presidenziali, che erano state fissare in maggio e poi, ancora, il 6 settembre. La Conferenza episcopale boliviana (Ceb) interviene ancora una volta in pochi giorni sulla situazione sociale, politica e sanitaria del Paese e stavolta lo fa in modo ufficiale, con un comunicato presentato ieri in una conferenza stampa dal segretario generale della Ceb, mons. Aurelio Pesoa, vescovo ausiliare di La Paz. Ribadendo la sua disponibilità al dialogo, la Conferenza episcopale boliviana invita i leader sindacali a reprimere gli atti di violenza. E chiede al Tribunale supremo elettorale di fissare la data per le elezioni.
Nel comunicato intitolato “Il diritto alla vita e alla salute”, i vescovi ricordano che, nell’ambito della separazione dei poteri, il Tribunale supremo elettorale è l’organo statale che deve fissare la data delle elezioni cosa che non è invece competenza dei singoli partiti. “Chiediamo di rispettare la separazione dei poteri, principio fondamentale di una sana democrazia”, si legge nel testo.
I vescovi hanno anche esortato i leader sindacali a reprimere atteggiamenti di violenza, a revocare i blocchi che stanno paralizzando le maggiori città del Paese e ad accettare un dialogo sereno che cerchi soluzioni: “Non mettete in pericolo la salute e la vita dei boliviani, voi stessi e le vostre famiglie, servendo consegne partitiche e chiedendo lo svolgimento di elezioni nel mezzo di un aumento accelerato di contagi e morti di tanti compatrioti, oltre ad aggravare la già difficile situazione economica che viviamo”.
Esprimendo la loro preoccupazione per la violenza, i vescovi boliviani sottolineano che mentre cresce lo scontro tra diversi gruppi opposti, la sicurezza e la vita delle persone sono in pericolo. “L’odio non è la soluzione a nessun problema. Condanniamo ogni violenza da qualunque parte provenga, che ci porta alla perdita di vite umane e ci pone in una spirale infinita di violenza e che può generare conflitti maggiori”.
La vita degli esseri umani, sostiene il messaggio, è un valore assoluto, che non dovrebbe mai essere utilizzato per raggiungere nessun altro obiettivo, cosa tanto più immorale nel momento in cui la pandemia viene utilizzata per destabilizzare le istituzioni senza misurare le conseguenze della perdita di vite umane tra i boliviani.
Questo è un momento “di solidarietà e speranza”, concludono i vescovi boliviani, quindi non si può permettere che lo scoraggiamento e la paura crescano: “La prudenza è ciò che dovrebbe guidare le nostre azioni e non la paura”.

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