Società: Milano, Rapporto sulla città. “La salute, il pane e le rose”. Garzonio, “la cultura è terapeutica”

Milano, 13 luglio: la presentazione del Rapporto sulla città all'Ambrosianeum. In prima fila l'arcivescovo Delpini

La cultura “come luogo privilegiato per rifondare le ragioni della vita e rilanciare prospettive di senso” alla luce della pandemia da coronavirus: punta sulle potenzialità “rifondative” del sapere la Presentazione al Rapporto sulla città 2020 presentato oggi a Milano – dinanzi all’arcivescovo Mario Delpini – e firmata da Marco Garzonio (nella foto sotto). Giunto alla trentesima edizione, il rapporto, promosso dalla Fondazione Ambrosianeum, è stato presentato con una mattinata di studio e dibattito in via delle Ore nel capoluogo lombardo con interventi di Antonio Calabrò, direttore Fondazione Pirelli, vicepresidente Assolombarda; Elena Cattaneo, senatrice a vita, professore di Farmacologia – Dipartimento di bioscienze – Università degli Studi di Milano, Istituto nazionale di Genetica molecolare; Marco Garzonio, presidente di Ambrosianeum Fondazione culturale; Rosangela Lodigiani, curatrice del Rapporto. Presentando il corposo volume, con una quindicina di saggi, dopo una breve disamina dei problemi più strettamente legati alla sanità nel territorio lombardo, Garzonio propone un esame del concetto di cultura intesa come “cura della polis”, fondata sulla valorizzazione di concetti imprescindibili quali “l’essere donna, donna senza dover dimostrare niente”; “l’essere uomo, uomo che si realizza per quello che ci mette lui di suo”; “le età della vita”, “la prossimità”; “gli stili di vita”; “la memoria”. “Si fa cultura – scrive Garzonio – corrispondendo a una visione complessiva del Creato, con la consapevolezza che la si fa in ogni momento, con piccoli gesti che diventano grandi se sono esempi di comportamenti virtuosi”.
Certo, aggiunge il presidente Ambrosianeum, “la cultura è anche disporre di strumenti adatti, specifici”, considerando “l’ambito culturale almeno sotto un paio di profili, che chiamerei: materiale e funzionale”. Ecco allora venire alla ribalta i “luoghi deputati” del fare cultura – librerie, teatri, cinema, centri e fondazioni culturali, e chi più ne ha più ne metta” e, sul secondo versante, “letteratura, poesia, saggistica” e altro ancora. “Fare cultura genera nella comunità consapevolezza, coscienza critica, mentalità, vigilanza, responsabilità, cittadinanza attiva; è la cultura che offre il nutrimento necessario per andare avanti, le fornisce ragioni e prospettive, ne alimenta immaginazione e sogni”.

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