“La Lectio divina non è solo leggere un bel testo, analizzarlo in modo rigoroso, ma significa entrare nella Chiesa che lo ha scritto e che lo sta scrivendo e domandarci che Chiesa siamo, in quale cammino, in quale navigazione siamo impegnati, con quale animo affrontiamo il naufragio, il fallimento, l’ostilità dell’ambiente. Le bastonate che hanno dato a Paolo dovremmo sentirle anche sulle nostre spalle perché siamo perseguitati in tante parti della terra. La Lectio non è un esercizio intellettualistico, per quanto nobile di studio e di esegesi, ma un percorso di comunione: è entrare in una vita, in una storia, in una missione”. Si è espresso così monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, aprendo il ciclo 2025-2026 della Lectio divina proposta agli adulti della diocesi ambrosiana dall’Azione cattolica con il titolo “Facemmo vela verso Samotracia. Diario di viaggio: la missione oltre i confini”. Da qui il riferimento di Delpini ai suoi recenti viaggi missionari al di là dell’oceano realizzatisi nel luglio e agosto scorsi, tra cui quelli in Messico e a Cuba, per visitare i sacerdoti Fidei donum ambrosiani lì operanti.
“Faccio fatica a dire che ho compiuto dei viaggi missionari – ha confidato il presule – perché sono andato a trovare Chiese che, più che avere bisogno del mio annuncio del Vangelo, mi hanno dato testimonianza di come si può viverlo. La missione non è l’atteggiamento di chi insegna una lezione, non è una specie di accondiscendenza verso chi non sa. Questi viaggi sono stati uno scambio di doni: siamo rimasti stupiti e anche istruiti di come si può essere cristiani in modi diversi. A Cuba abbiamo 4 preti ambrosiani in 3 parrocchie, ma lì non si può fare niente fuori dalle mura della Chiesa, per il controllo del governo e per la povertà dei mezzi per cui ogni attività è difficile. Manca la corrente per diverse ore al giorno, eppure i nostri fidei donum mi hanno detto che tanti hanno iniziato il cammino dei catecumeni e molti sono coloro che hanno richiesto la Cresima da adulti”.
Il pensiero va anche al Messico, “un Paese segnato da un dramma di cui non si vede la soluzione, da un narcotraffico che diffonde insicurezza e guerre fratricide. Ho visitato villaggi dove sono stato accolto dalla festa dalla gente che si è radunata per il nostro arrivo. Villaggi di tradizione india, che, però, hanno utilizzato questa origine per esprimere la devozione alla Madonna ai santi, una devozione che interpreta la cultura e la rende capace di esprimere il Vangelo. Una Chiesa che fa fermentare il bene che c’è”.