Spagna: rapporto sulla pastorale penitenziaria. Programmi di assistenza spirituale, sociali e difesa dei diritti

Il dipartimento di pastorale penitenziaria, afferente alla commissione per la pastorale sociale e la promozione umana della Conferenza episcopale spagnola, ha pubblicato questa settimana la “Memoria sulla pastorale penitenziaria 2024”. Il documento viene pubblicato annualmente dagli organi della Cee in occasione della festa di Nostra Madre la Vergine della Misericordia, patrona dei detenuti e di tutti coloro che lavorano in carcere, che si celebra il 24 settembre. Il rapporto – si legge nel documento – è stato verificato e revisionato dal dipartimento di trasparenza e statistica della Conferenza episcopale e ha ottenuto l’approvazione del relativo segretariato generale. Obiettivo della memoria è quello di rendere pubbliche e visibili tutte le attività che la Chiesa spagnola svolge nel mondo carcerario: la sua elaborazione è il risultato della raccolta di dati, programmi e attività della maggior parte dei centri penitenziari della penisola iberica. I dati non sono stimati, ma “reali” e sono “il risultato del lavoro, dell’impegno e dell’entusiasmo di molti volontari, cappellani e delegati della pastorale penitenziaria”, si legge ancora nel documento. La memoria attesta un investimento economico di 2,9 milioni di euro per le attività di pastorale penitenziaria nel 2024 realizzate attraverso programmi, materiali, formazione e sostegno agli operatori.
Solamente all’interno degli istituti di pena sono stati avviati 612 programmi di assistenza religiosa, 398 programmi sociali e 41 programmi giuridici.
Complessivamente, sono stati 1.051 gli interventi orientati all’assistenza spirituale, all’accompagnamento sociale e alla difesa dei diritti. Numerose anche le attività e i programmi realizzati anche all’esterno degli istituti penitenziari. La pastorale penitenziaria nel 2024 ha coinvolto in Spagna 758 istituzioni (diocesi, congregazioni e organizzazioni civili) che hanno coordinato il lavoro e il servizio di 159 cappellani e 2.047 volontari. Sono state oltre ottocento le attività formative proposte ai detenuti attraverso laboratori, corsi e programmi di apprendimento.

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