“È una catastrofe umanitaria senza precedenti. Oltre mezzo milione di persone vive in condizioni di fame estrema, e il sistema sanitario è completamente devastato. Le famiglie sono ammassate in rifugi sovraffollati, senza privacy, sicurezza o accesso a beni di prima necessità. Le donne cercano disperatamente di proteggere i propri figli, ma senza cibo, acqua pulita o assistenza medica, è una lotta quotidiana contro l’impossibile”.

(Foto SOS Children’s Villages Palestine)
In un’intervista al Sir, Reem Alreqeb (nella foto), direttrice del Gaza Program per SOS Children’s Villages Palestine, non usa giri di parole descrivendo l’inferno quotidiano che la popolazione della Striscia di Gaza, tra guerra e carestia, è costretta a vivere. “I bambini – sottolinea – stanno pagando il prezzo più alto. Hanno perso genitori, casa, scuola, e quel senso di sicurezza che ogni infanzia dovrebbe avere. Per molti la realtà quotidiana è fatta di paura, incertezza e privazioni: soffrono di incubi, ansia, profonda tristezza. Alcuni sono rimasti completamente soli. Invece di andare a scuola, passano le giornate in fila per un p0′ di cibo o un po’ di acqua. Eppure, mostrano una Hanno perso genitori, casa, scuola, e quel senso di sicurezza che ogni infanzia dovrebbe avere. Per molti la realtà quotidiana è fatta di paura, incertezza e privazioni: soffrono di incubi, ansia, profonda tristezza. Alcuni sono rimasti completamente soli. Invece di andare a scuola, passano le giornate in fila per un p0′ di cibo o un po’ di acqua. Eppure, mostrano una resilienza straordinaria. Ma non basta. Hanno bisogno di stabilità, protezione, amore”.
SOS Children’s Villages, presente a Gaza dal 2000, come riesce ad operare in queste condizioni? “Con enorme difficoltà – risponde Alreqeb -. Il nostro campo a Khan Younis ha un pozzo, ma per pompare l’acqua serve carburante: quando manca, e succede spesso, non c’è acqua”. I prezzi del cibo “sono fuori controllo, e nei mercati non si trova quasi nulla perché le scorte sono quasi esaurite. I medicinali sono gravemente carenti. Nonostante ciò, continuiamo a fornire assistenza alternativa ai bambini non accompagnati, offrendo protezione, supporto psicosociale, spazi sicuri e accesso a beni essenziali. Cerchiamo di ricostruire un senso di famiglia e dignità, anche in mezzo al caos”.