Lavoro: Dispenza (Acli), “positivo il trend di miglioramento, ma i valori assoluti dei salari non riescono a garantire a molti una vita dignitosa”

“È positivo che ci sia un trend di miglioramento ma resta il problema che i valori assoluti dei salari non riescono a garantire a molte famiglie una vita dignitosa. Ancora in troppi casi il lavoro, pur con un salario e quindi con maggiori tutele rispetto ad altre situazioni, comunque non garantisce un’esistenza libera e dignitosa come vorrebbe la nostra Costituzione, come vorremmo tutti”. Così Raffaella Dispenza, vicepresidente nazionale vicaria delle Acli, commenta al Sir i dati dell’Employment Outlook 2025 esposti ieri da Andrea Bassanini, senior economist dell’Ocse, in un incontro svoltosi al Cnel. “I salari reali stanno crescendo praticamente in tutti i Paesi dell’Ocse, ma nella metà di essi – ha spiegato Bassanini – sono ancora inferiori ai livelli dell’inizio del 2021, prima dell’impennata dell’inflazione che ha seguito la pandemia. In Italia c’è stato un aumento relativamente consistente nell’ultimo anno, ma ciò nonostante all’inizio del 2025 i salari reali italiani erano ancora inferiori del 7,5% rispetto al 2021. I redditi da lavoro reali annuali in Italia sono scesi del 3,4% tra il 1990 e il 2023. Nello stesso periodo sono cresciuti di circa il 50% negli Stati Uniti e di circa il 30% in Francia e Germania”.
Dispenza, ricordando i diversi pronunciamenti dell’Associazione sul “lavoro povero” in Italia e la proposta di introdurre un indicatore nazionale che misuri il livello di esistenza libera e dignitosa, invita a “non fermarsi solamente al dato”; “bisogna capire – precisa – che dietro ci stanno delle vite. E ciò vuol dire – in tanti casi – delle rinunce ad esempio per bambini e ragazzi con il rischio di povertà educativa”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia