Haiti: Save the Children, circa un bambino su sei sfollato a causa della violenza armata

Ad Haiti attualmente circa un bambino su sei è sfollato a causa della violenza armata. Lo dichiara Save the Children.
Da un’analisi degli ultimi dati diffusi dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, emerge che sono quasi 700mila i bambini e le bambine sfollati, su un numero totale di 1,3 milioni di persone (circa una su nove) costrette ad abbandonare le proprie case, il massimo storico nel Paese, con un aumento del 24% da dicembre 2024.
I bambini sfollati e le loro famiglie sono costretti a vivere in scuole sovraffollate trasformate in rifugi, spesso senza acqua potabile, cibo o protezione adeguati. Sono passati ormai 15 mesi da quando Haiti ha dichiarato lo stato di emergenza – nel marzo 2024 – a causa dell’escalation di violenza e illegalità nel Paese, in particolare a Port-au-Prince, dove i gruppi armati hanno preso il controllo di tutte le principali strade di accesso e uscita dalla città. I gruppi armati controllano anche la città di Mirebalais, nel dipartimento del Plateau Central di Haiti. L’aumento degli sfollamenti che si sta registrando – osserva Save the Children – potrebbe spingere un numero sempre maggiore di bambini nelle mani dei gruppi armati, con il rischio di trovarsi nel fuoco incrociato con la polizia o di subire abusi e sfruttamento.
“I bambini di Haiti stanno vivendo in un incubo senza fine”, ha dichiarato Chantal Sylvie Imbeault, direttrice di Save the Children ad Haiti . L’organizzazione ribadisce che l’unico modo per proteggere veramente le vite dei bambini è quello di fermare questa violenza e chiede a tutte le parti in causa di fare tutto ciò che è in loro potere per arginare immediatamente la situazione. L’assistenza umanitaria salvavita e gli operatori umanitari devono poter raggiungere immediatamente chi ne ha bisogno e la comunità internazionale deve aumentare con urgenza gli aiuti economici umanitari per Haiti.
Save the Children ha fornito assistenza in denaro alle famiglie sfollate nell’area metropolitana di Port-au-Prince che vivono nelle scuole adibite a rifugi, affinché potessero trovare soluzioni abitative più dignitose, contribuendo al contempo a liberare le scuole per riprendere le attività didattiche, e assistenza in denaro alle famiglie ospitanti nei dipartimenti di Grand’Anse, Sud e Nord Est.

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