Papa Francesco: mons. Moraglia (Venezia), “ha coltivato la cultura del dialogo e ha guardato agli ultimi”

“Cari fratelli e sorelle, la notizia che temevamo e che sembrava in questi giorni allontanarsi, perché il Papa sembrava riprendersi oggi ci ha raggiunto. Ognuno di noi ha un ricordo particolare del momento in cui questa notizia che non avrebbe voluto sentire lo ha raggiunto. Io stavo celebrando la messa”. Lo ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nell’omelia della messa celebrata ieri sera nella basilica di San Marco in suffragio del Pontefice. “Nel momento in cui leggevo il Vangelo, che abbiamo ora ascoltato, il Vangelo della Risurrezione, il Vangelo del sepolcro vuoto, il Vangelo dell’annuncio che la vita è più forte della morte, ho visto un segno provvidenziale in questa concomitanza, in questo convergere di una notizia di morte che si inseriva nell’annuncio della Pasqua. Il Signore non fa le cose a caso. E questa notizia che ci ha sorpreso noi la leggiamo e la viviamo nella fede, nella resurrezione”.
“Un pontificato intenso, un pontificato che lascia il segno nella storia”, quello di Francesco, ha osservato Moraglia. “I ricordi sono molti. Abbiamo sentito dire un Papa che ha coltivato la cultura del dialogo, il dialogo tra i popoli, i dialoghi tra le religioni, il dialogo in ogni circostanza, sempre. Un Papa che ha guardato le sofferenze dell’umanità, un Papa che ha guardato gli ultimi, gli emarginati, i sofferenti, le persone non comprese. Questi sono i grandi ricordi, i ricordi che faranno parte di questo pontificato”.

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