“Oggi abbiamo bisogno di tessitori di relazioni, che credono nel valore della riparazione e della cura. Abbiamo bisogno di trovare nuove razionalità che osino pratiche sociali collaborative e rischino paradigmi più efficaci di restituzione”. Lo ha detto il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, presentando oggi in Sala Stampa vaticana il Padiglione della Santa Sede alla 19ª Mostra internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia 2025, intitolato “Opera Aperta”, che si svolgerà dal 10 maggio al 23 novembre. “Tutto è collegato”, la citazione della Laudato si’ di Papa Francesco: “La situazione dell’essere umano non può dunque essere considerata senza che si tenga in conto la situazione della casa di tutti che è il pianeta”, il commento del cardinale, che ha definito il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia “un padiglione-parabola, un cantiere, un processo in corso al quale tutti sono invitati a collaborare: architetti, pensatori, abitanti del sestiere, associazioni e persino, i visitatori della Biennale”. “Nello spazio dell’antico oratorio di Santa Maria Ausiliatrice, che richiede lavori strutturali di recupero, sarà narrata una parabola poiché, allo stesso tempo in cui si ripareranno i muri e i dettagli architettonici dell’edificio, si saneranno anche le relazioni di vicinato e l’ospitalità intergenerazionale, ricostruendo così simultaneamente lo spazio fisico e lo spazio sociale”, ha spiegato il prefetto: “Il nostro desiderio è che questo padiglione-parabola possa essere una espressione concreta, nel campo dell’architettura, delle intuizioni profetiche contenute nella Laudato si’ e diventare un laboratorio attivo di intelligenza umana collettiva, mettendo in comune: ragione e affetto, professionalità e convivialità, ricerca e vita ordinaria”.